Nichi Vendola, in un’intervista a "L’Unità", afferma: "L’idea del governo tecnico, di una risposta emergenziale, non risolve il problema: siamo di fronte ad una crisi lunga, strutturale, direi di modello. Quelle che vengono apparecchiate come proposte tecniche sono in assoluta continuita’ con le politiche economico-sociali che hanno generato la crisi. Il governo di emergenza e’ una strada strategicamente sbagliata".
Il leader Sel avverte: "Se per rispondere all’attacco speculativo si chiude a tenaglia la stretta sul welfare, se si prosegue con la retorica dell’austerita’, la politica della miseria, se non si mette in piedi un’idea di politica industriale e di crescita, noi continueremo a produrre tagli su tagli senza effetti virtuosi sul debito pubblico. Il Paese, nel frattempo, salta. E rischia di saltare la coesione sociale, l’architrave del patto che tiene insieme gli italiani". Quindi, "se un governo di emergenza dovesse vedere la luce, il nostro atteggiamento sara’ negativo. Non esistono ricette neutre, se le medicine rischiano di uccidere l’ammalato. Non e’ che se le acquisto in una farmacia piu’ grande gli effetti sono meno nefasti. Quello che ci rende cosi’ vulnerabili agli speculatori – conclude il leader del Sel – e’ l’opacita’ della politica, l’autoreferenzialita’ di una classe dirigente barricata nei suoi fortini".
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