Benito Mussolini parlava anche in inglese, e lo fece addirittura in un appuntamento ufficiale. Nel 1927 il Duce fu contattato dalla Fox per intervenire in un loro cinegiornale, Mussolini accettò e l’annuncio del suo discorso in America fu fatto attraverso una pubblicità sul New York Times, nel settembre dello stesso anno, poi qualche mese dopo le parole del Duce risuonarono a Time Square.
Il motivo del discorso, allora, era stata la crescita, incredibile, degli italiani che erano emigrati negli States. Secondo i dati di Pew Research nel 1900 le cinque nazioni che avevano il maggior numero di emigranti in USA erano state Germania, Irlanda, Canada, Regno Unito e Svezia. Ma nel 1910 c’erano già 1,3 milioni di italiani negli States, diventati 1,6 nel 1920, mentre nel 1930 l’Italia era al primo posto, con 1,8 milioni.
Connecticut, New Jersey, Pennsylvania, West Virginia e New York le zone più popolate dai connazionali. E solo a Brooklyn erano l’8% della popolazione. Il Washington Post scriveva nel 1920 che "la feccia aliena proveniente dalle fogne e dai pozzi neri del Vecchio Mondo stava inquinando la chiara primavera della democrazia americana". Ma Mussolini?
Il suo discorso era rivolto ai connazionali, con lodi agli Stati Uniti e per gli emigranti che stavano contribuendo a costruirli. E parlava anche di amicizia tra i due Paesi. Ma il motivo per cui gli americani hanno riproposto quelle immagini e quelle parole è stata la chiusura del discorso rivolto ai connazionali che stanno lavorando per fare l’America ‘great’, grande. E visto che lo slogan di Donald Trump è ‘Make America Great Again’ ecco spiegata la ‘riesumazione’.
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