Che cos’è New York? Una domanda che può avere mille risposte. Diverse a seconda degli anni, ma alla fine, messe assieme, tutte mille e anche più, danno l’idea di una città speciale, anzi unica. Che tutti amano, anche chi non la conosce. New York, la ‘Big Apple’, la ‘Grande Mela’, per gli italiani, per anni ha voluto dire la speranza di una vita migliore. New York era l’America, era il sogno. Gli italiani partivano verso un mondo nuovo che avrebbe dovuto dare quello che in Italia non si poteva avere. Lavoro, benessere, felicità. Sono ormai ricordi, che però non si possono dimenticare, perché fanno parte della nostra storia, di italiani in America. Sacrifici, lavoro duro, una realtà che il più delle volte si presentava diversa da come la si sognava. I pregiudizi, la difficoltà di essere accettati, le ‘Little Italy’ che però sorgevano un po’ dappertutto. Cominciando da New York, la capitale, se così si può definire, dell’italianità in America. Ecco perchè allora anche noi italiani abbiamo la capacità di descrivere, di raccontare, o anche solo di far vedere, mettendo in rilievo gli aspetti più caratteristici, una città che non ha eguali. E per vederla, guardandola però da un angolo inusuale, ci ha pensato un libro, curato da Stefano Lucchini e dalla moglie Silvia. Nato forse per caso, un insieme di fotografie che evocano ricordi e un’epoca ormai lontana.
Un libro, ‘New York – Born back into the Past’, che come un album di famiglia, ma questa volta raccogliendo la grande famiglia che per certi versi può essere una città. I testi in italiano e in inglese, con le introduzioni di Geminello Alvi e Gianni Riotta, è stato pubblicato da Alinari-24 Ore poco più di un anno fa, ma adesso ha fatto il suo sbarco proprio a New York. Lo si può osservare all’Italian Cultural Instiute, fino al 5 luglio, una mostra che ha attirato un pubblico numeroso, proprio perchè si tratta di un libro particolare. "L’idea – ha raccontato Silvia Lucchini – era nata dopo l’acquisto di un album di fotografie in un mercatino". Da lì, guardando quelle immagini, ecco la voglia di far sì che non fossero solo in pochi a poter respirare quell’atmosfera speciale emanata dalle immagini. Si tratta infatti di fotografie, tutte in bianco e nero, che riproducono una New York ormai dimenticata, dall’inizio del secolo, fino agli Anni Quaranta, Cinquanta. Un libro che raccoglie 110 scatti di un fotografo anonimo, anche se per la verità si presume che l’autore sia uno solo. "Sono convinta – ha spiegato Silvia Lucchini – che l’autore sia uno solo, lo stile è uniforme e si nota una evidente continuità negli scatti". E mentre Stefano e Silvia Lucchini stanno presentando a New York il libro, stanno già pensando a un nuovo lavoro con la ‘Big Apple’ sempre come protagonista.
Intanto però all’Italian Cultural Institute si possono vedere 40 immagini, il meglio tratto dal libro, che danno una idea di una New York "rarefatta, con tagli architettonici molto particolari" hanno spiegato gli autori. Nato per essere un libro ‘New York – Born Back into the Past’ si è trasformato in una mostra. "E la vera magia è appunto che l’autore degli scatti è sconosciuto – ha aggiunto Silvia Lucchini – mostra una realtà eterna, catturata da qualcuno che così profondamente addentro all’animo della città". Si vede la storia della città, le foto la raccontano, come si riesce anche a prevedere l’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale. "New York è una città che si deve vedere non solo con gli occhi, ma anche col cuore" dice Stefano Lucchini nella prefazione del libro e proprio dalle parole dell’autore si può capire l’amore che New York può generare, perchè la ‘Big Apple’ è fascino, unico, non importa poi in quale anno ci si fermi, anzi se si va indietro nel tempo, c’è la opportunità di raccogliere aspetti ancora più nascosti ed entusiasmanti. "Sono istantanee fugaci di una New York che non dorme mai, dalla punta meridionale di Manhattan fino a Central Park" sottolinea ancora Lucchini. Ecco allora che le foto tratte dal libro in mostra a New York rappresentano un salto nel passato che però non può essere dimenticato, anzi rappresenta un viaggio nel cuore, nel fondo dell’anima, di una città così particolare, così straordinaria come solo la "Grande Mela" può esserlo.
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