Natale si avvicina ed i soliti buonisti vogliono svuotare tale festa del suo significato più profondo: la memoria della nascita del nostro Signore. Questo è il Natale.
Purtroppo, alcuni vogliono snaturare il Natale, trasformandolo in un’altra cosa.
Per esempio, dalle canzoni natalizie cantate nelle scuole si espunge il nome di Gesù. Sempre nelle scuole, non si fanno più allestire i presepi. I buonisti fanno ciò per “non offendere chi non è cristiano” o “per essere accoglienti”.
Siamo di fronte alle solite giustificazioni trite e ritrite con le quali si vuole nascondere un atteggiamento buonista che va contro la nostra cultura. Che piaccia o no, la nostra cultura ha due radici: la tradizione ellenistico-romana e quella giudaico-cristiana. Questo è un dato di fatto. In altri Paesi, come i Paesi islamici, la Cina e la Russia, queste cose non avvengono. In un Paese islamico le feste islamiche si fanno e nessuno può discutere. Provate a togliere la Pasqua ortodossa ai Russi e questi vi si rivolteranno contro.
Il Capodanno cinese, per i Cinesi, è intoccabile. In Israele, si festeggiano le feste ebraiche, musulmane e cristiane. Qui da noi, invece, ci si vergogna delle origini della propria civiltà. Si sostituisce Gesù con Babbo Natale o Mago Natale e non si fa il presepe per paura di offendere i non cristiani, quando questi ultimi hanno detto di non avere nulla in contrario.
Il presepe rappresenta la nostra storia. Il primo presepe fu fatto a Greccio, in Provincia di Rieti, nel 1223, da San Francesco. Questi era di ritorno dalla crociata. Dunque, il presepe è una rappresentazione sacra ed una testimonianza del passato. Evidentemente, i buonisti vogliono praticare la “cancel culture”.