Ventimila euro per ‘comprare’ un bambino e alterarne lo stato civile, sempre che fosse sano. E’ quanto ha accertato l’indagine avviata nell’agosto 2009 dai Carabinieri della compagnia di Mondragone (Caserta) e coordinata dal procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Raffaella Capasso e dal sostituto Andreana Ambrosino che ha portato in carcere tre persone, l’italiano Antonio Maione di 56 anni e la coppia di cittadini bulgari Slavi Toshkov Yosifov di 39 anni e Anka Shtiliyanova di 37.
Per loro l’accusa e’ di aver venduto due neonati partoriti da giovanissime ragazze bulgare ad altrettante coppie italiane sterili, mentre in un altro caso la ‘compravendita’ non ando’ a buon fine perche’ la bimba appena nata era malata. Un’associazione a delinquere che gli inquirenti ritengono possa essere anche la costola di un’organizzazione piu’ ampia.
Oltre ai tre arrestati sono indagati anche i genitori dei due bimbi, entrambi maschietti di circa 3 anni: si tratta di una coppia residente a Casal di Principe ed un’altra di Santa Maria Capua Vetere.
Solo per l’episodio che coinvolge quest’ultima e’ stato pero’ accertato il passaggio di danaro; la madre ‘acquisita’, di professione infermiera, lavora presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno dove e’ nato il piccolo poi ‘comprato’ (nessuna responsabilita’ e’ emersa per i dirigenti della stessa cosi’ come per quelli dell’ospedale di Giugliano). Per i quattro genitori la Procura non ha richiesto l’arresto nell’ordinanza di custodia cautelare. Una precisa scelta dettata dalla preoccupazione per il futuro dei bimbi. ‘Non l’abbiamo fatto per motivi di opportunita’, ricevendo anche il plauso del gip – ha affermato il procuratore aggiunto Raffaella Capasso – ora il Tribunale dei minori dovra’ esprimersi sul futuro dei piccoli ma in qualche circostanza ha deciso di non separare i bambini dai genitori, per evitare loro dei traumi’. Per le due coppie dunque l’iter giudiziario prosegue ma, nonostante la responsabilita’ accertata, potrebbero continuare a tenere i piccoli.
Le indagini, grazie alle intercettazioni telefoniche rivelatesi ancora una volta, come ha sostenuto la Capasso, ‘uno strumento di indagine fondamentale senza il quale non si va da nessuna parte’, hanno accertato il ruolo dei tre arrestati: Maione, che tra l’altro risulta avere 13 figli da 5 donne, reclutava le coppie sterili in provincia di Caserta, mentre i due bulgari avvicinavano in patria giovani ragazze incinta e in condizioni economiche disagiate convincendole a venire in Italia per partorire e consegnare il bimbo a coppie italiane; alle vere madri, ritengono gli inquirenti, venivano dato una piccolissima parte dei 20mila euro necessari per la compravendita. Dopo il parto tornavano in Bulgaria. All’ufficio anagrafe dei Comuni, hanno riscontrato gli inquirenti, si presentava poi il finto padre naturale, gia’ sposato, che sosteneva di aver avuto avuto il bimbo da una relazione extraconiugale con una ragazza bulgara. Le indagini dei carabinieri guidati dal capitano Lorenzo Iacobone sono partite proprio dall’analisi di un campione di almeno venti casi verificati nel 2009 in provincia di Caserta in cui comparivano neonati partoriti da ragazze bulgare e riconosciuti da padri italiani gia’ coniugati, con i bimbi che finivano puntualmente alla coppia italiana mentre della madri naturali si perdeva traccia.
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