Papa Francesco, nella breve catechesi sulla figura del primo martire, Santo Stefano, che ha preceduto l’Angelus, ha affermato: “La logica del perdono e della misericordia è sempre vincente e apre orizzonti di speranza”. Questo perché il perdono, ha spiegato il Santo Padre, “si coltiva con la preghiera, che ci permette di tenere fisso lo sguardo su Gesù”.
Il Papa ha ricordato che Stefano “è stato capace di perdonare i suoi uccisori perché, pieno di Spirito Santo, fissava il cielo e aveva gli occhi aperti su Dio. Dalla preghiera gli venne la forza di subire il martirio”. “Stefano ha imitato Gesù nel momento estremo della croce. Egli non maledice i suoi persecutori, ma prega per loro: ‘Piegò le ginocchia e gridò a gran voce: Signore, non imputare loro questo peccato’. Siamo chiamati ad imparare da lui a perdonare, sempre, e non è facile farlo”.
Alla folla di piazza San Pietro Papa Francesco ha detto: “Dobbiamo pregare con insistenza lo Spirito Santo, perché effonda su di noi il dono della fortezza che guarisce le nostre paure, le nostre debolezze, le nostre piccolezze e allarga il cuore per perdonare sempre”.
Secondo il Pontefice “l’atteggiamento di Stefano che imita fedelmente il gesto di Gesù è un invito rivolto a ciascuno di noi ad accogliere con fede dalle mani del Signore ciò che la vita ci riserva di positivo e anche di negativo”.