Nel 2016 il prodotto interno lordo corretto per gli effetti di calendario è aumentato dell’1%, la variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari a +0,9% (nel 2016 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto al 2015). Lo rileva l’Istat, diffondendo la stima preliminare sul Pil: se le previsioni dovessero essere confermate a marzo, saremmo di fronte alla crescita più alta dal 2010 (+1,7%).
La variazione acquisita del Pil per il 2017 – secondo i calcoli dell’Istituto nazionale di statistica – è pari a +0,3%. Nel quarto trimestre del 2016 il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del quarto trimestre del 2015. Il quarto trimestre del 2016 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al quarto trimestre del 2015.
“La variazione congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi e di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta”.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti, dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,4% in Francia. In termini tendenziali, la crescita è stata del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,9% negli Stati Uniti e dell’1,1% in Francia.
“Dati Istat su Pil incoraggianti. Governo determinato a proseguire riforme per favorire la crescita” commenta su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, mentre sempre sul microblog il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan sottolinea come le stime del Mef siano state elaborate “in modo rigoroso e affidabile. Pil 2016 migliora più del previsto”.
Nel Documento programmatico di bilancio dello scorso ottobre, infatti, il governo aveva stimato per il 2016 un rialzo del Pil (in termini grezzi) dello 0,8%.
“Dati Pil – aggiunge Padoan in un altro tweet – danno ragione a politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme, sostegno a investimenti privati e investimenti pubblici”. Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “per quanto riguarda il Pil in termini grezzi, c’è un piccolo miglioramento rispetto alle stime del Governo, che erano ferme a +0,8%. Bene, quindi, ma non basta per scongiurare la necessità di dover fare una manovra correttiva. Se c’è la volontà politica, comunque, si possono far quadrare i conti senza tassare nuovamente i cittadini, aumentando la pressione fiscale che ha già raggiunto livelli insostenibili. Si tratta di agire sul lato delle spese e degli sprechi che ancora abbondano come attestano i dossier dei vari commissari alla spending review”.
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