Nei mesi passati si è discussa la legge di Stabilità: inevitabilmente si è parlato anche di italiani nel mondo, perché, lo ribadiamo a chi se ne dimentica spesso, anche noi contribuiamo alla vita sociale ed economica del nostro Paese di origine. Tutti i parlamentari eletti all’estero hanno fatto una gara propagandistica su giornali, radio e televisioni, e in parlamento, tra chi presentava più emendamenti. Ho seguito da vicino questa pagina amara e ho notato che quasi tutti hanno presentato emendamenti analoghi, una sorta di corsa di appartenenza; per dirla in maniera povera, tutti volevano esibirsi per poter dire poi "quell’emendamento l’ho presentato io". Non e’ un caso che in Parlamento ci siano anche diverse proposte di apertura dei termini della cittadinanza italiana: tutti vogliono che si dica "porta la mia firma".
Questo è il grande errore e forse la vera occasione persa che l’indimenticato Tremaglia certamente non avrebbe voluto; io credo, anzi ne sono convinto, che tutti i parlamentari esteri hanno a cuore gli interessi degli italiani nel mondo, però sarebbe opportuno che riuscissero a superare questo scoglio del protagonismo. I problemi degli italiani all’estero non sono né di destra né di sinistra, sono problematiche di carattere generale. Allora chiedo a voi tutti miei rappresentanti: perché non vi costituite in un unico gruppo parlamentare, visto che gli obiettivi sono comuni? Che senso ha essere ufficialmente su posizioni diverse quando poi presentate proposte analoghe?
Sarebbe una grande vittoria vedere 18 parlamentari sotto un’unica bandiera che faccia veramente gli interessi degli italiani all’estero: Maie, Pd e Forza Italia possono convivere e condividere un programma serio che possa alla fine vedere una sua approvazione. Si sa, uniti si vince. Poi certo su molti temi uno può comportarsi e votare secondo coscienza, ma l’obiettivo principale per voi dovrebbe sempre essere quello di ottenere risultati concreti e leggi a favore dei nostri connazionali.
Se si riaprono i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, che sia la proposta del Pd o quella del MAIE, che differenza fa? Andiamo oltre queste logiche alle prossime elezioni politiche quando ci saranno e quando ci permetteranno di votare.
Cari eletti, fate una grande coalizione degli italiani all’estero, con un programma condiviso e allora avere un gruppo alla Camera di eletti all’estero non sarà cosa da poco, anzi! Forse sarà la volta buona che riusciamo a portare a casa qualcosa. Dunque l’invito è a mettere da parte l’egoismo, l’ipocrisia e soprattutto il protagonismo a tutti i costi. Tutti insieme possiamo passare alla Storia come è avvenuto con il voto estero grazie alla determinazione di Tremaglia. Ce la possiamo fare, dobbiamo farcela.
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