In Svizzera il 12 febbraio il popolo elvetico sarà chiamato a votare l’iniziativa parlamentare per la naturalizzazione facilitata per le terze generazioni: una proposta che permetterebbe a quanti possono contare almeno un nonno emigrato in Svizzera di accedere al “Passaporto rossocrociato” senza difficoltà e lungaggini. Grazie a questa iniziativa verrebbero per di più a cadere le differenti procedure di naturalizzazione cantonali e comunali, uniformando a livello nazionale i percorsi per l’acquisizione della cittadinanza.
Per questo si è costituito un “Comitato di sostegno” a cui aderiscono forze politiche, associative e sindacali, nonché alcune rappresentanze elettive degli italiani in Svizzera.
Aderiscono al “Comitato di sostegno” i Comitati degli italiani all’estero in Svizzera, Consiglio Generale degli italiani in Svizzera, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, Federazione Colonie libere Italiane in Svizzera, Unione Italiani nel Mondo, Fondazioni: ECAP, ENAIP, Patronati Italiani: ACLI, EPASA, ITAL-UIL, INAS, Partito democratico in Svizzera, Sinistra italiana in Svizzera.
Scopo del Comitato di sostegno “è di far sentire la voce della comunità italiana, storicamente impegnata a favore dei diritti e della cittadinanza, sensibilizzando soprattutto le migliaia di doppi cittadini affinché votino SÌ a questa proposta – si legge in una nota del Comitato -. L’idea che accomuna le forze è che i processi di integrazione, abbondantemente superati dai figli e dai nipoti degli italiani e di molte comunità immigrate, debbano finalmente concludersi con la piena cittadinanza, da acquisire attraverso prassi facilitate”.
“Siamo convinti inoltre – continua la nota – che la convivenza tra i cittadini con pari diritti sia condizione fondamentale per la coesione nazionale e per uno sviluppo armonico della Svizzera. Insomma ciò che non è stato concesso ai nonni ‘stranieri’, a genitori integrati ma senza passaporto svizzero, venga riconosciuto, attraverso le necessarie semplificazioni ai nostri nipoti”. “Migliaia di bambini, di giovani e meno giovani – si legge ancora – appartengono ormai alle terze generazioni degli italiani e di altre comunità immigrate in Svizzera. Si tratta di cittadini nati in Svizzera da genitori anch’essi cresciuti in questo Paese, frequentano le scuole locali, pensano e comunicano nelle lingue del posto. Qui si formano e lavorano, pagano le tasse, partecipano alla vita associativa e culturale, svolgono le loro attività del tempo libero insieme ai loro colleghi svizzeri e di altre nazionalità. Insomma qui essi sono radicati e qui progettano la loro vita. Eppure ancora oggi questi giovani, che rappresentano a nostro avviso la risorsa più importante per il futuro economico, sociale e culturale di questo Paese, sono esclusi dalla partecipazione, in quanto ‘non svizzeri’. Il percorso per accedere alla cittadinanza svizzera continua ad essere per loro impervio, con continue complicazioni amministrative e per di più talvolta costoso. Inoltre le prassi per la richiesta e l’acquisizione della cittadinanza continuano a differenziarsi notevolmente da cantone e cantone, da comune a comune”.
“Per queste ragioni il 12 febbraio sosteniamo il SI’ all’iniziativa per la naturalizzazione facilitata delle terze generazioni” conclude la nota.
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