Finalmente dopo tante cattive notizie inizia a girare la voce, non si sa quanto corrisponda a verità, che Giorgio Napolitano potrebbe tra non molto lasciare l’alto scranno. Più volte nei suoi sermoni il Presidente della Repubblica, spacciandosi per salvatore della Patria e per strenuo difensore della Costituzione, ha detto che avrebbe lasciato l’incarico quando le riforme tanto sbandierate ed attese avessero iniziato il loro iter, ma, constatato l’andazzo che c’è nel governo e nel Parlamento, "campa cavallo che l’erba cresce".
Una voce recente parla di conflittualità pressochè insanabile tra Napolitano e due ministre sostenute con forza da Renzi, mentre uno "spiffero" uscito dal Quirinale racconta che Napolitano sarebbe intenzionato a traslocare in autunno. A mio modesto avviso, quest’ultima ipotesi è la più plausibile, in quanto a fine anno sul Capo dello Stato si abbatterà la richiesta, da parte del Governo, di una manovra di pochi spiccioli, circa 20 miliardi, per pagare in gran parte la "campagna elettorale" di Renzi e del Pd fatta con il bonus irpef di 80 euro, ed il Presidente non vorrebbe rendersi partecipe di questo ennesimo atto truffaldino a danno dei contribuenti.
Questo personaggio tutto d’un pezzo, però, tra dimenticanze del suo passato nei GUf, dei poco eleganti pur se impeccabili rimborsi aerei che percepiva da eurodeputato, del legittimo silenzio sulla telefonata con Mancino e sul chiacchiericcio inerente il "ribaltone", potrebbe anche cambiare idea e, con un autorevole sermone tutto Costituzione e senso di responsabilità, annunciare che gli "eventi" gli impongono di restare nella dorata dimora.
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