Al Quirinale si svolge la tradizionale cerimonia degli auguri da parte delle più alte cariche istituzionali, in occasione delle festività natalizie. Giorgio Napolitano durante il suo intervento ha precisato che evitare il ritorno alle urne è stato un suo “dovere”: "Il tentativo di evitare un immediato scioglimento delle Camere e ricorso alle urne, viste le ricadute dirompenti che cio’ avrebbe potuto avere per il nostro paese nel burrascoso contesto dell’eurozona, visto cioe’ l’incombere sull’Italia di un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria, era un mio preciso dovere istituzionale”, ha detto il presidente della Repubblica, aggiungendo che quella di “affidare la formazione di un nuovo Governo ad una personalita’ rimasta sempre estranea alla mischia politica, gia’ sperimentata in funzioni di governo esercitate correttamente per riconoscimento bipartisan nell’arco di dieci anni a livello europeo e dotata di indubbia autorevolezza internazionale" era “la via obbligata”.
La maggioranza che sosteneva il governo Berlusconi "era da tempo segnata da una rottura pubblica e aveva visto via via ridursi la sua coesione e stabilita’ e quindi accrescersi le sue difficolta’ di decisione e di iniziativa. La sostenibilita’ anche internazionale di tale stato di cose era giunta a un punto limite. A me toccava solo registrare e seguire imparzialmente le reazioni delle forze in campo". E così si arriva alla fine del governo Berlusconi, risoltasi quando "con senso di responsabilita’" il Cavaliere si e’ deciso "a rassegnare le dimissioni".
Parlando di Europa, il capo dello Stato spiega che bisogna muoversi “verso un’Europa piu’ federale. E’ di qui che passa l’affermazione non solo di una cultura della stabilità”, ma anche una “cultura dello sviluppo e di una nuova strategia di crescita per l’Europa: quella che oggi latita nonostante l’incombere della recessione”.
BERLUSCONI ‘S’IMBUCA’ COL GOVERNO Mentre in sala i tanti politici e le varie autorita’ attendono l’arrivo di Giorgio Napolitano, il posto in prima fila riservato a Silvio Berlusconi resta vuoto fino all’ultimo. Il ‘mistero’ si svela all’avvio della cerimonia: l’ex premier entra in sala insieme alle piu’ alte cariche dello Stato e non dalle porte da cui entrano tutti gli altri, dai segretari di partito in giu’. Quando si apre la porta vicina al podio degli oratori, entrano infatti in sala Napolitano, i presidenti delle Camere Fini e Schifani e il premier Mario Monti: loro quattro andranno a sedere sul podio. Del gruppetto, pero’, fa parte pure Berlusconi: entra, sorride, stringe alcune mani e prende posto in prima fila. Non vicino al ministro Corrado Passera, come assegnato, ma accanto al titolare dell’Agricoltura Mario Catania.
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