A Napoli dopo la morte di un ragazzo colpito da calcinacci staccatisi da un edificio, la poderosa, solerte e costosissima macchina della magistratura si è messa in atto ed ha spiccato ben 45 avvisi di garanzia. Cito Napoli poichè la disgrazia è avvenuta nel capoluogo campano, ma sarebbe stato lo stesso se fosse avvenuta in qualsiasi parte d’Italia.
Soltanto la mole degli avvisi di garanzia, ripeto 45, non sarebbe stata raggiunta neanche per la distruzione di una metropoli.
Orbene, non v’è dubbio che sicuramente ci sono dei colpevoli, ma sparare 45 "cartucce" significa sparare nel mucchio senza avere una minima idea di come funzionano le varie amministrazioni ed i vari Enti, praticamente si va a "casaccio".
Premesso che, salvo in caso di terremoti e/o molto avverse condizioni meteo, calcinacci o quant’altro non si staccano se non hanno già evidenziato grossi problemi di stabilità (rigonfiamenti, crepe), viene da chiedersi come mai nessuno – ivi compresi i solerti magistrati – fino ad oggi non si era accorto del pericolo che "viene dall’alto". Girano in città solo di notte, con la nebbia e con gli occhi chiusi ? Serve un morto per intervenire, oppure si può fare qualcosa che senso civico, serietà e moralità impongono, cioè segnalare quello che non va e, se nessuno interviene, denunciare?
Certo prendere carta e penna ed evidenziare stati di pericolo può mettere in cattiva luce, da parte sua la magistratura interviene spesso a disastro avvenuto, ma il paladino della legalità e della sicurezza dovrebbe prevenire.
La morte di quel povero ragazzo è sulla coscienza di tutti, in primis del responsabile sia della cosa privata che pubblica, e di chi doveva vigilare, poi di tutti quelli che sapevano, che avevano visto e non hanno fatto nulla.
Abbiamo città e paesi ove le opere manutentorie, ad iniziare dalle strade per finire alle proprietà private, sono talmente carenti che è già un miracolo che non vi siano morti tutti i giorni, eppure, ad iniziare dalle amministrazioni, si continua ad osservare imperterriti lo sperpero più sfrenato; addirittura si sovvenzionano e/o supportano eventi disgustosi come quello dei gay pride e si lasciano le strade con pericolose buche, palazzi con intonaci esterni e sporti di gronda a brandelli e, a far bella mostra, i "futuristici" ammassi di monnezza: tutte cose disgustose e pericolose.
Ridicolo e penoso è vedere che poi le amministrazioni si credono "parte offesa"; offesa di cosa, di avere personale pagato dai contribuenti e che non fa il proprio lavoro? Le amministrazioni non si devono rendere conto del pericolo che può sussistere nelle proprie aree di competenza?
Ecco, le istituzioni tutte inizino a chiedere scusa ed a vergognarsi e non seguano le orme di un certo magistrato che ha criticato un collega, il quale (caso Tortora) ha chiesto scusa anche se tardivamente e forse per dimostrare di meritare l’incarico pubblico che gli è stato assegnato. Fino a quando certi personaggi, pagati dai contribuenti, credono di essere onnipotenti e di poter intervenire quando fa comodo, la giustizia, non dico quella vera, ma solo quella appena accettabile, sarà sempre una pura utopia.
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