Il cuore del piccolo Pietro Zito continua a battere. Nel reparto di terapia intensiva neonatale all’Ospedale Civico non si vede pero’ nessun sorriso. Le condizioni del bambino, nato ieri con un parto cesareo dopo oltre mezz’ora dalla morte della madre che lo teneva in grembo, sono disperate. Se un miracolo lo dovesse salvare, l’incidente avrebbe comunque conseguenze neurologiche devastanti. I sogni di Rosaria Maranzano, 23 anni, e del marito Giuseppe Zito, 24 anni, si sono infranti lunedì sera su un avvallamento del manto stradale in via Emanuele Paterno’, la stradina che da piazza Scaffa arriva alla Guadagna, mentre stavano raggiungendo l’ospedale. La donna aveva infatti le doglie; per questo motivo la giovane coppia viaggiava a velocita’ elevata. La loro Smart beige, dopo avere preso in pieno la buca, e’ quasi decollata, ha sbattuto contro un muretto e si e’ ribaltata. La puerpera e’ morta dopo l’arrivo al Civico, il marito ha riportato solo lievi ferite.
Il piccolo Pietro, nato dopo il parto cesareo praticato dai medici, e’ adesso sottoposto a un trattamento di ipotermia che serve a rallentare le forme degenerative delle cellule nervose che sono state fortemente danneggiate dalla mancanza di ossigeno al cervello.
Un tragico incidente che i parenti di Zito, disoccupato che si arrangia facendo volantinaggio, attribuiscono alle cattive condizioni del manto stradale e alla frenesia del momento. ‘Mio figlio e’ giovane – dice la madre di Giuseppe, Anna – era la prima volta per lui. Mi ha detto che e’ stato un avvallamento a farlo uscire fuori strada. I medici avevano detto a Rosanna di recarsi immediatamente al pronto soccorso non appena avesse avvertito i dolori’. Adesso saranno i rilievi dei vigili urbani a stabilire se l’incidente puo’ essere stato causato dalle cattive condizioni del manto stradale. ‘Sono arrivata soltanto dopo l’incidente – prosegue la nonna del piccolo Pietro – doveva essere una giornata di gioia e invece, adesso, c’e’ soltanto un dolore immenso che ci accompagnera’ per tutta la vita’. Davanti all’ospedale Giuseppe Zito non riesce a darsi pace. In pochi secondi tre vite sono state irrimediabilmente rovinate. Dall’equipe della terapia intensiva neonatologica, guidata da Marcello Pitaliti, non trapelano buone notizie. Nemmeno i parenti sanno se sperare che il piccolo continui a vivere.
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