Si sono calmate le acque nel centro di accoglienza di Cona, nel veneziano, dove la scorsa notte i migranti ospitati nella struttura hanno tenuto “prigionieri” 25 volontari, liberati in seguito a una trattativa durata diverse ore. Motivo della protesta la morte improvvisa di una giovane donna ivoriana, Sandrine Bakayoko, sulle cui circostanze i migranti denunciavano forti ritardi nei soccorsi, smentiti però dalle fonti sanitarie locali.
La donna sarebbe morta per cause naturali, secondo i risultati dell’autopsia comunicati dal procuratore capo ad interim Carlo Nordio e dal pm Lucia D’Alessandro. Escluse quindi le ipotesi di fatti violenti o di una malattia contagiosa. Da parte della Procura resta aperto un fascicolo sul decesso della donna e un altro sulla protesta dei migranti. Agitazioni si stanno verificando anche a Vicenza e Verona.
Immediate le reazioni politiche: “Centri di accoglienza come Cona devono chiudere” afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, sottolineando che bisogna “espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi”. “In Bulgaria a novembre, dopo un episodio simile, centinaia di ‘richiedenti asilo’ violenti sono stati espulsi – scrive su Facebook il leader della Lega, Matteo Salvini – In Italia invece a questa gentaglia non succederà nulla. Quando sarò al governo, espulsioni di massa, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro”.
“I disordini avvenuti al centro di prima accoglienza di Cona sono gravissimi e vanno condannati in modo perentorio: la violenza, qualunque sia la causa scatenante, non è mai giustificabile. E’ evidente che dare voce a commenti irresponsabili ha il solo effetto di alimentare un pericoloso clima di odio nei confronti dei migranti che è intollerabile”. Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd Vanna Iori. “Accertare le responsabilità di quello che è avvenuto nel cpa di Cona spetta alla magistratura, che dovrà fare luce a 360 gradi visto che in quel centro è deceduta una donna”, prosegue Iori.
“Spiace constatare che da alcuni esponenti politici si evochino delle non-soluzioni come espulsioni o respingimenti di massa: è un’operazione di meschina strumentalizzazione che non tiene conto della sofferenza di uomini, donne e bambini che scappano da situazioni di guerra, terrorismo e povertà estrema per tentare di sopravvivere”, aggiunge. “Episodi come questo mettono in evidenza la criticità nella attuale gestione dei Cie e l’urgenza di valutare una distribuzione sul territorio nazionale in collaborazione con tutti i Comuni”, conclude Iori.
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