La terza vittoria stagionale di Jorge Lorenzo arriva sulla pista di Montmelo’ dove aveva subito una delle piú grandi umiliazioni, quella del sorpasso da parte di Valentino Rossi all’ultima curva dell’ultimo giro nel GP della Catalogna del 2009. Sono passati tre anni, Lorenzo è oggi un pilota diverso, piú maturo, piú forte. Quest’anno Jorge ha ottenuto su 5 gare 3 vittorie e due secondi posti, segno di una maturazione incontestabile su una moto che è sempre piú cucita su di lui. La Yamaha, compagna di Valentino Rossi abbandonata per la Ducati, infatti è rinata nella versione da 1000cc già buona, forse migliore della Honda, almeno a leggere la classifica iridata.
Non solo, Lorenzo è oggi capace di essere non solo l’uomo partita, ma anche l’uomo mercato. "Per pensare al mercato – ha infatti detto Rossi – bisognerà aspettare quello che farà Lorenzo". Una volta che lo spagnolo avrà scelto se rimanere alla Yamaha o passare alla Honda, anche gli altri potranno trovare delle selle. Con Stoner ormai fuori dalle decisioni per via del suo annunciato ritiro, è il pilota di Palma di Maiorca a avere il diritto di prima scelta nella MotoGP. In questa chiave si legge anche la gara del Montmeló. Con Lorenzo che vince e con Pedrosa che insegue, in sella ad una Honda che potrebbe non guidare l’anno prossimo, ma comunque costretto a portarla in alto, perchè il suo compagno di squadra, Stoner, è già un ex.
Per l’Italia, dunque, la bandiera viene portata da Andrea Dovizioso, sempre piú in sintonia con la sua Yamaha privata. Il pilota di Forlí ha fatto una gara al massimo delle sue potenzialità confermandosi molto veloce e tenace, qualità che ha solo lui in questo momento.
"Settimo – ha detto invece Rossi – è il nostro potenziale e questa è stata una delle mie migliori gare in sella alla Ducati". Lo scorso anno, peró, Valentino concluse in quinta posizione, ma con un distacco maggiore rispetto alla gara del 2012. "Sull’asciutto – ha detto Rossi – siamo andati meglio anche del Portogallo e il distacco sul giro migliore è buono perchè è stato di solo mezzo secondo. Ho fatto molti giri piú veloci rispetto allo scorso anno, ma c’è tanto lavoro da fare. Non sono partito benissimo e non sono riuscito a prendere posizioni, poi il freno anteriore ha avuto un problema, è diventato spugnoso. Ho provato ad arrivare davanti a Bautista, ma alla fine la gomma posteriore si è deteriorata moltissimo, perchè con questa moto dobbiamo piegare tanto per farla curvare e poi il davanti non ci aiuta abbastanza. Alla fine non ce la facevo piú, ma ho dovuto mollare. Questo è il nostro livello, ma nei test potremo riprovare il forcellone in alluminio. Poi faremo delle prove di assetto, spostando un poco i pesi proprio per migliorare la fase di inserimento in curva. Oggi quelli davanti non erano troppo lontani, il fatto è che rimangono davanti".
Altro discorso per la Moto2, con la Direzione di Gara che ha sanzionato Marc Marquez per la manovra che ha fatto a due giri dalla fine. Lo spagnolo dopo aver perso il controllo della sua moto è rientrato in traiettoria, scontrandosi con Pol Espargaró. Il minuto di penalità lo spedisce in 23/a posizione, giustamente, ma i tempi della Direzione Gara non sono molto da corsa, quasi 4 ore per prendere in mano il libro dei regolamenti appaiono troppe.
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