Mille e settecento anni dopo, Costantino riconquista Roma e il suo cristogramma torna a brillare proprio davanti all’Arco di Trionfo che il senato gli dedico’. Allora come oggi, il condottiero nella capitale arriva ancora dal nord, con ‘Costantino 313 d.C’, la mostra che dopo il successo a Milano approda all’Anfiteatro Flavio, da domani al 15 settembre, a celebrare l’anniversario dell’Editto di tolleranza del 313 d.C, con cui il primo imperatore cristiano cambio’ per sempre la storia del mondo occidentale. ‘Quando l’anno scorso abbiamo deciso di ospitare questa mostra – racconta la soprintendente ai beni archeologici di Roma, Mariarosaria Barbera – ci ha convinto, oltre alla bellezza, anche la possibilita’ di contestualizzare questi reperti, proprio a 200 metri dall’Arco di Costantino’. In tutto, 160 preziosissimi oggetti in arrivo da tutta Europa, tra ritratti, monete, mosaici, bassorilievi, cristogrammi, opere d’arte e raffinati manufatti di lusso, a raccontare la straordinaria rivoluzione politica e religiosa scaturita dalla fine della persecuzioni cristiane, con ‘valori e idee valide ancora oggi’, dice il direttore del Museo della Diocesi Paolo Biscottini, ma anche luci e ombre di un uomo controverso come Costantino, che seppe usare con egual efficacia armi e fede.
Se a Milano, racconta Biscottini, la mostra era incentrata molto su Elena, la madre dell’imperatore, forte dei ‘110 mila visitatori e 5.500 cataloghi venduti solo nel bookshop’, nella capitale il racconto si arricchisce di una sezione tutta dedicata a Roma con alcuni inediti come il corredo di gioielli scoperti lo scorso luglio nella Basilica di Papa Marco sull’Ardeatina; o il tesoretto di 49 monete coniate nel 313 d.C., raffiguranti anche un Lare danzante, rinvenute nel 2005 negli scavi di un’antica locanda sulla via Laurentina.
In verita’, quello tra Costantino e Roma fu un rapporto tutt’altro che idilliaco. In molti gli avrebbero preferito il rivale Massenzio, colpito a morte sulle acque del Tevere, e Costantino stesso trascorse qui solo pochi mesi dei suoi 31 anni di regno. Eppure, racconta la mostra in un mix di reperti archeologici e nuove tecnologie, i segni dell’imperatore sulla citta’ eterna sono ovunque. A partire dal Sessorio, il palazzo imperiale nell’area dell’attuale Santa Croce in Gerusalemme, dove Elena, di ritorno dalla Terra Santa, raccolse le reliquie della croce, oggi ricostruito seguendo le indicazioni di Eusebio da Cesarea. E poi ancora, il grande Colosso meta di pellegrinaggio per tutto il Medioevo, il Tempio di Minerva Medica, le basiliche circiformi della Suburbia, fino all’Arco di Trionfo, che il senato dedico’ a Costantino nel 315 d.C. per commemorare la vittoria su Massenzio. Imponente dal vero a pochi metri dal Colosseo, nella mostra e’ protagonista anche di un piccolo speciale in computer grafica, che rivela le grandiose imprese dell’imperatore scolpite nel tempo tra i suoi bassorilievi: dalla partenza dell’esercito da Milano all’assedio di Verona, la Battaglia di Ponte Milvio, l’ingresso a Roma e l’elargizione del denaro al popolo.
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