"La Milano che avevo immaginato è una città nella quale i diritti fondamentali, tra questi la libertà di culto, siano riconosciuti a tutti. Questa Milano la stiamo costruendo con rispetto e senza strappi", "sono orgoglioso della strada percorsa: l’albo delle religioni propedeutico al bando e il bando stesso sono una metodologia che può tracciare la strada per iniziative analoghe in Italia", "non potevamo che aprire il bando per i luoghi di culto a tutte le confessioni. E per motivi di equità abbiamo deciso di prevedere che alla stessa fede non potessero essere assegnati più di due spazi. Tanto è vero che uno sarà assegnato alla chiesa evangelica. Il rispetto delle regole per noi è un principio insormontabile". Così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia in una intervista al Corriere della Sera. E precisa: "A me sembra che questa sia una grande opportunità per gli oltre centomila musulmani presenti in città. E anche l’occasione per il mondo islamico di ricompattarsi e trovarsi a pregare insieme indipendentemente dalle diverse sensibilità, come del resto avviene già oggi ogni venerdì nell’area del Palasharp. E’ una sfida per Milano, ma anche per i musulmani stessi".
Come si dissipano i timori di finanziamenti opachi dall’estero? "Il confronto con la Prefettura è soltanto un passo ulteriore per rispondere alla richiesta dei cittadini di maggiore sicurezza, mentre una verifica della provenienza dei flussi finanziari mi sembra doverosa", "quello che abbiamo fatto è un grande passo avanti per evitare la preghiera nei sottoscala. Pensate che esiste una legge regionale, impugnata dal governo per incostituzionalità, che mette in discussione la stessa esistenza dei luoghi di culto. E pensate che una legge nazionale ancora non c’è. Mi pare che il percorso che abbiamo avviato possa essere un modello anche per il Parlamento".
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