E’ morto la notte scorsa, alle ore 3.37, Totò Riina, capo incontrastato e indiscusso di Costa nostra. Il capo dei capi si è spento nel carcere di Parma a 87 anni.
Il boss dei boss, al rigore del 41 bis da ben 24 anni, era considerato ancora oggi il capo mondiale della mafia. Conosciuto come “u Curtu”, stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi.
A Corleone, comune che ha dato i natali al boss, la notizia della morte del capomafia e’ in bocca di tutti. Nei bar, nei locali ed in piazza non si parla d’altro, ma sono pochi i cittadini disposti a concedersi alle telecamere.
Ninetta Bagarella, moglie di Riina, sarebbe rimasta proprio a Corleone, dove vive con una familiare. La donna da questa mattina non è mai uscita dalla sua casa di vicolo Scorsone. Un’auto della Polizia si è fermata davanti al portone e un poliziotto ha chiesto ai giornalisti di allontanarsi dall’abitazione. Pure la figlia minore Lucia abita a Corleone, ma in campagna.
“Toto Riina e’ morto, da oggi l’Italia e’ migliore”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano da New York aggiungendo: “il mio pensiero oggi va a tutte le vittime e le loro famiglie”. Il capo della diplomazia italiana ha poi precisato: “Parlo non solo da siciliano ma anche da ex ministro della Giustizia che ha rafforzato le norme anti-mafia”.
Matteo Salvini, leader della Lega, sui social: “E’ morto il boss Toto’ Riina. Devo piangere? Devo dire che mi dispiace? Non ci riesco. Conservo le lacrime per le sue vittime. Amen”.
Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: “Non credo che la morte di Riina abbia chiuso i conti con un certo passato. Le mafie sono ancora forti, hanno infiltrato l’economia privata e gli enti pubblici. Lo Stato deve resistere, c’è ancora tanto da fare nella lotta alla mafia”.
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