Non ce l’ha fatta Luigi Fontana, il farmacista milanese avvelenato da un amico che, per evitare di pagare un debito di 270 mila euro, gli ha offerto un aperitivo al cianuro: dopo 13 giorni trascorsi in coma, in un letto nel reparto di terapia intensiva dell’Istituto Clinico Citta’ Studi, tenuto in vita solo dai farmaci, questa mattina alle nove e’ morto. Fontana, 64 anni, sposato con due figlie, e’ stato avvelenato il 2 aprile scorso. Quella sostanza che non lascia scampo e’ stata versata in un analcolico che Gianfranco Bona, 50 anni, titolare di una piccola azienda di trasporti e suo amico da molto tempo, gli aveva ‘gentilmente’ offerto. Inizialmente, quando e’ arrivato in ospedale, si e’ pensato a un tragico malore. Ma poi la verita’, con le indagini coordinate dal pm Carlo Nocerino e condotte dalla squadra mobile, e’ pian piano venuta a galla.
Tre giorni dopo l’aperitivo ‘letale’, inquirenti e investigatori hanno fermato Bona accusandolo di tentato omicidio. L’uomo, messo alle strette, e’ crollato e ha confessato: ha raccontato di aver acquistato, negli ultimi tempi, partecipazioni in alcune aziende del settore farmaceutico, che si erano pero’ rivelate un fallimento. In difficolta’ economiche, Bona aveva cominciato cinque anni fa a chiedere vari prestiti al farmacista. Con il trascorrere del tempo, complice la crisi economica, non e’ piu’ stato in grado di pagare il debito che con gli interessi nel frattempo era lievitato a 270 mila euro.
‘Volevo suicidarmi – avrebbe detto alla polizia il trasportatore – ma poi ho perso la testa’. Cosi’ quella mattina Bona si e’ presentato nella farmacia dell’amico di via Forze Armate con un vassoio con sopra un analcolico e un caffe’ presi nel bar vicino. Per strada, durante il tragitto, il gesto diabolico: ha versato nell’aperitivo il veleno che, peraltro, circa un mese prima gli aveva procurato lo stesso dottore in quanto, questa la scusa, doveva uccidere dei topi a casa.
Dopo aver bevuto l’analcolico nel retrobottega, il farmacista si e’ accasciato davanti ai suoi dipendenti. Dopo poche ore, in ospedale, la scoperta di 6 mila parti di cianuro nel sangue e i dubbi che non fosse morte accidentale. Questa mattina attorno alle nove, dopo quasi due settimane di coma il farmacista, in condizioni fin da subito disperate, e’ morto, mentre la posizione di Bona si e’ aggravata ulteriormente: per lui l’accusa ora e’ di omicidio.
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