Non siamo i migliori al mondo per la mortalita’ materna legata al parto. Anzi, a sorpresa, il nostro tasso e’ uno dei piu’ alti dell’Europa occidentale. Colpa dell’eta’ sempre piu’ avanzata delle neo-mamme. A contraddire la classifica stilata dalla rivista ‘Lancet’ nel 2010 e’ l’Istituto superiore di sanita’, che ha studiato 5 regioni rappresentative del 32% delle donne italiane in eta’ fertile con criteri diversi: oltre ai certificati di morte dell’Istat, ha usato le schede di dimissione ospedaliere. Cosi’ il valore non e’ piu’ di 4 morti ogni 100mila nati vivi, ma di 11,8, il 63% in piu’, contro una media dell’Europa occidentale di 7-8. Lo studio, condotto dal Reparto salute della donna e dell’eta’ evolutiva del Cnesps-Iss, ha raccolto i dati dal 2000 al 2007 di Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia.
Tra il 2000 e il 2007 in queste Regioni sono stati registrati 1.001.292 nati vivi e 260 morti materne con un’eta’ media di 33 anni. La mortalita’ materna e’ 3 volte piu’ alta in Sicilia (24,1) rispetto a Toscana ed Emilia Romagna (7,6), ma influiscono anche fattori come l’eta’ e il taglio cesareo. Per le donne con gravidanza oltre i 35 anni il pericolo di morire e’ doppio, mentre e’ triplo per chi fa il taglio cesareo, anche se in molti casi il cesareo e’ indicato per donne a rischio per patologie. Anche il basso livello di istruzione e la cittadinanza straniera sono associati a un maggior rischio di mortalita’. ‘Il valore di 11,8 non e’ un dato nazionale, ma di queste 5 regioni, ed e’ una valore medio tra i paesi sviluppati occidentali – spiega Serena Donati, ricercatrice Cnesps-Iss – L’Europa dell’est ha valori peggiori dei nostri, mentre Francia e Danimarca migliori. La Gran Bretagna e’ poco migliore di noi con 11,4. Il 50% delle morti e’ evitabile, in parte perche’ legate a casi di emorragia ostetrica, preeclampsia e tromboembolia, che possono essere ridotte’. Le cause piu’ frequenti di mortalita’ sono emorragie e disordini ipertensivi in gravidanza in caso di complicazioni legate al parto, e neoplasie, patologie cardiovascolari e i suicidi tra cause indirette (malattie preesistenti o insorte durante la gestazione e da essa aggravate). Per Nicola Surico, presidente della Societa’ italiana di Ginecologia e ostetricia (Sigo), ‘questi dati non sono una sorpresa. L’eta’ avanzata delle partorienti, soprattutto in chi ricorre a procreazione assistita, e’ in crescita e molte donne non vengono studiate adeguatamente prima della gestazione. Inoltre l’accordo Stato-Regioni sui punti nascita e’ rimasto sulla carta, tranne che in Puglia e Sicilia. Come Sigo stiamo formando i ginecologi per ridurre le emorragie post partum’. Il Ministero della Salute ha ora finanziato un progetto pilota dell’Iss di sorveglianza della mortalita’ materna in 7 regioni.
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