Hanno dovuto attendere un ventennio ma alla fine hanno ottenuto un risarcimento economico milionario. Sono i familiari di un’insegnante di 40 anni di Sciacca (Agrigento) morta nell’agosto 1992 di parto insieme alla figlia. La bimba mori’ nell’ospedale di Sciacca, la madre successivamente nel reparto di rianimazione di Villa Sofia a Palermo, dove fu trasferita in elisoccorso. Dopo oltre vent’anni i familiari della donna hanno ottenuto oltre 4 milioni e mezzo di euro. Il tribunale ha infatti condannato l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento a pagare la somma al vedovo, Andrea Bellanca, e ai suoi tre figli. La sentenza in sede civile e’ stata emessa dal giudice Stefania Garrisi. E’ stata cosi’ accolta la richiesta avanzata dal legale della famiglia, Giovanni Todaro.
Al processo penale a tre medici, accusati di omicidio colposo, fu accertata la ‘loro imperizia per l’uso scorretto del forcipe a dilatazione incompleta durante il parto’. I tre sanitari erano in servizio nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Sciacca. Il dibattimento si concluse con un patteggiamento e tre assoluzioni. Le posizioni dei medici furono giudicate singolarmente stabilendo le responsabilita’ di ognuno di loro.
L’inchiesta della magistratura fu condotta dal sostituto procuratore Morena Plazzi in seguito a un esposto presentato dal marito della vittima. In seguito il consulente tecnico d’ufficio ha criticato nella sua perizia, presentata per la richiesta del risarcimento finanziario, anche la decisione di ‘indurre il parto con la somministrazione del Syntocinon in una paziente che aveva superato la quarantesima settimana di gravidanza decorsa in maniera regolare’. E ancora: ‘L’omesso attento controllo e monitoraggio della donna dopo l’assunzione del farmaco’. Le conclusioni del consulente sono state condivise dal tribunale secondo cui ‘sussiste la responsabilita’ professionale dei sanitari per l’evento infausto’.
Per avviare la causa per il risarcimento in sede civile e’ stato necessario attendere la fine del processo penale. Eppure sostiene l’avvocato Todaro ‘nessuna somma potra’ mai restituire al mio cliente la moglie ancora giovane e la madre ai suoi figli’. ‘I ragazzi – ricorda – nell’agosto 1992 avevano 7, 9 e 11 anni. Questa sentenza pero’ evidenzia che con una condotta diversa dei medici durante il parto questa doppia tragedia sarebbe stata evitata’.
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