Alessandro Morelli, deputato della Lega, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulle accuse di sessismo rivolte al Carroccio ha detto: “I nostri avversari stanno creando anche dal punto di vista comunicativo questo storytelling falsato. Fino a qualche mese fa c’era il pericolo fascismo, oggi non ne parla più nessuno. C’era il tema no-tav si-tav, oggi non ne parla più nessuno. Oggi i nostri avversari stanno cercando di creare quest’altro storytelling perché non sanno come contrastare la Lega, dal loro punto di vista fanno bene, lo dico da comunicatore, tanti auguri a loro. Se c’è un movimento che storicamente dà spazio a giovani e donne è proprio la lega. Giusto ieri la mia collega Locatelli è stata nominata ministro della famiglie. Francamente sono accuse ridicole. La signorina Rackete secondo noi è una delinquente, non esiste la parola delinquenta a meno che non vogliamo tornare in epoca boldriniana, quindi usiamo questi termine, ce ne fossero altri ci diano dei suggerimenti”.
Sulla comunicazione social. “Ognuno propone un proprio modello comunicativo. Francamente sentire gli amici 5 Stelle che cercano di fare i professorini su come si usa la comunicazione social la vedo difficile. E’ evidente che oggi questo tipo di comunicazione è vincente perché le persone parlano così. Forse meglio parlare pane pane vino al vino, ovviamente senza offendere. Il problema è che molti non si rendono conto che la pagina social di Salvini che ha milioni di follower non è il bar dello sport. Visti i numeri è diventata una grande agorà. Il merito è del nostro guru Luca Morisi e in generale della comunicazione della Lega che ha un campione come Matteo. Se fossi un concessionario e vendessi una Ferrari anziché una Panda avrei un gioco più facile, noi con Salvini abbiamo una Ferrari”.
Sulla Rai. “Negli anni di Renzi in Rai ci sono state tante epurazioni – ha affermato Morelli -. Noi non siamo Renzi. Non desideriamo occupare posti perché bisogna occuparli, desideriamo che la Rai rappresenti quello che è il Paese. Oggi con una gestione che è ancora sul modello renziano la Rai a volte pecca ancora di partigianeria verso posizioni che sicuramente oggi gli italiani non hanno più. Ci deve essere una complessità di idee e di valori in modo che tutti vengano rappresentati”.