Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, architetto, ha commentato l’articolo del New Yorker sui monumenti fascisti in Italia. “E’ un dibattito molto provinciale. Le opere d’arte in quanto tali non hanno appartenenza ideologica. Se il New Yorker si interroga su Colosseo Quadrato e il quartiere Eur, noi potremmo interrogarci sulle schifezze che sono collocate a Washington, compresa la Casa Bianca. La Casa Bianca – ha detto a Radio Cusano Campus – è uno scopiazzamento di altri monumenti nel mondo. Il New Yorker dovrebbe documentarsi sul fatto che in ogni città del nostro Paese esistono esempi di architettura nazionalista, studiate in ogni parte del mondo. Tutto quello che è venuto dopo la 2a Guerra mondiale è mondezza. Oggi si fanno degli oggetti architettonici che vadano bene in qualsiasi parte del pianeta, sono indistintamente uguali. Da qui a un secolo non ci sarà più alcuna differenza tra tutte le opere d’arte, sarà tutto uguale”.
“Quest’ideologia massificatrice mortifica le diversità e quindi le identità specifiche di ogni popolo. L’impressione è che si sia deciso di recidere a tavolino il legame che c’è la tradizione artistica e le tradizioni culturali di ogni popolo. Vogliono realizzare in ogni angolo del pianeta tante Dubai. Siamo nel periodo delle grandi speculazioni immobiliari. Io aspetto le ruspe all’Eur, o a Pontinia, a Sabaudia, così ci facciamo due risate. Questi sono patrimoni artistici. Col fascismo c’entrano perchè a quel tempo c’era grande amore per la patria e per le tradizioni, ma è un fenomeno che prescinde dall’ideologia”.
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