Si gira alla Farnesina, con una vera e propria ‘standing ovation’, l’ultimo atto del premier Mario Monti. Prima di salire al Colle per le dimissioni il Professore va alla Conferenza degli Ambasciatori, ultimo appuntamento pubblico di un mandato ‘difficile ma affascinante’, dice lasciando la sala mentre i diplomatici scattano in piedi in un lungo e calorosissimo applauso. Lui stringe le mani, saluta, ringrazia e non riesce a nascondere un’espressione se non commossa, turbata. Non senza pero’ lasciare il suo messaggio, una sorta di ‘testamento morale’ alle ‘Feluche’: ora tocca a loro portare nel mondo quella credibilita’ e affidabilita’ ritrovate grazie all’azione del suo governo. Azione che – ribadisce ancora una volta – ‘mi auguro possa continuare nella prossima legislatura’. ‘Abbiamo reso l’Italia piu’ affidabile e attraente’ con una politica di risanamento dei conti ma anche di crescita i ‘cui risultati iniziano a vedersi nonostante la strada sia lunga’, torna a spiegare ricordando il punto di partenza, 13 mesi fa: un paese ‘in bilico’. Non senza dimenticare che per la ripresa gli investimenti esteri e l’export giocano un ruolo ‘cruciale’. Ruolo in cui la rete diplomatica – ‘terminale degli interessi italiani’ nel mondo – puo’ e deve giocare una parte importante, aggiunge congratulandosi con il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi e il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, per aver scelto come tema della IX Conferenza degli Ambasciatori proprio la ‘diplomazia italiana per la crescita’. Perche’ ‘la valorizzazione del nostro paese all’estero’ e’ ‘strumento essenziale per la nostra ripresa’.
Monti spiega cosi’ di apprezzare come la Farnesina, nella sua azione, abbia inteso la ‘crescita’: non solo fattore economico ma come accresciuta credibilita’ italiana sul piano internazionale. ‘Ringrazio Terzi per il lavoro svolto’, chiosa il premier auspicando che tutto questo si rifletta ‘ora sul brand Italia’. Anche grazie a quell’azione di politica estera, di solidarieta’ come ‘valore essenziale nei rapporti tra gli stati’ e di collaborazione. A cominciare dai rapporti transatlantici e con gli Usa con cui ‘l’amicizia e’ salda e la stima, credo, reciproca’. Una politica estera, quella del governo Monti, che Terzi ‘a conclusione del mandato’ ricorda essere stata una ‘grande stagione’.
Monti ripercorre le sue tante missioni all’estero, nonostante gli impegni interni. Fatte per raccontare un paese che ‘ha la forza e le capacita’ di ripartire, grazie anche a uomini e donne in grado di essere in rapporto con contesti difficili’, aggiunge rivolgendosi agli ambasciatori e parlando di un’Italia che grazie ad ‘un’assenza di ambizioni egemoniche e una capacita’ di interloquire con culture diverse, possiede autorevolezza’. Non c’e’ ‘aspetto piu’ profondamente domestico e radicato nell’economia che la politica internazionale: di questo sono profondamente convinto e mi piacerebbe lo fossero tutti gli italiani’, aggiunge lasciando davanti a Terzi e ai piu’ alti ranghi della diplomazia italiana un messaggio e un incoraggiamento rivolto a tutti gli italiani: ‘come facciamo a essere piu’ credibili se a volte siamo noi a essere i primi a non credere in se stessi….’.
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