Ridurre drasticamente il debito pubblico trovando allo stesso tempo risorse fresche per rilanciare la crescita o almeno per non deprimere ulteriormente le possibilita’ di ripresa. Il premier, Mario Monti, prende atto dei dati non confortanti che arrivano dall’economia (Pil -2,5% annuo, produzione -7%) e studia la ‘campagna d’autunno’ mettendo a punto i primi interventi da attuare gia’ a settembre. Se ne potrebbe gia’ parlare nel prossimo Cdm, venerdi’. Il menu’ e’ quasi completo: si ragiona sulle dismissioni e partecipazioni si limano le misure del terzo decreto sulla spending review, dopo i tagli gia’ varati per Palazzo Chigi e Tesoro e il decreto convertito ieri e promulgato oggi da Giorgio Napolitano. Un provvedimento che gia’ contiene misure per facilitare le dismissioni anche attraverso i fondi costituiti alla Cdp e al Demanio.
I conti pubblici – ribadisce da mesi il Governo – sono in sicurezza con un sentiero gia’ tracciato che portera’ al pareggio di bilancio gia’ l’anno prossimo. Crescera’ anche l’avanzo primario (previsto al 5%) consentendo – nelle intenzioni del Governo – una riduzione automatica del debito. Ma dato il livello elevatissimo (in valore assoluto oltre 1960 miliardi; il 123,4% in rapporto al Pil con i contributi per i fondi salva-Stati e i prestiti ai Paesi in crisi) occorreranno anche misure straordinarie per arrivare almeno alla soglia psicologica del 100%. Anche perche’ gli accordi europei prevedono una discesa repentina. Fioriscono cosi’ le proposte per mettere mano al debito ‘monstre’. Proposte alle quali – spiega il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini dopo un incontro con il premier – Mario Monti sta gia’ intensamente lavorando. E anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, spiega dopo aver incontrato il Professore, che la riduzione del debito e’ la ‘priorita’ dei prossimi mesi’. Monti commenta ‘bene la proposta del Pdl’.
Serve dunque un’accelerazione anche perche’ scatteranno le regole europee: calo di un ventesimo l’anno per la parte che eccede il 60% nel rapporto con il Pil con sanzioni per chi sfora. Ultima proposta arrivata sul tavolo del premier e del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli e’ quella messa a punto da Giuliano Amato e Franco Bassanini. Si tratta di un mix di interventi che otterrebbe un calo di 2,5 punti percentuali ogni dodici mesi del debito, e prevede la vendita di immobili; la valorizzazione delle concessioni; la cessione di partecipazioni quotate (come Enel, Eni, Finmeccanica) e non quotate (a partire da Poste italiane); l’imposizione agli enti previdenziali dei professionisti di aumentare la quota di investimenti in titoli di Stato; la tassazione (una tantum del 25% e a regime del 20%) dei capitali illegalmente tenuti in Svizzera; incentivi e disincentivi fiscali per allungare le scadenze e alla riduzione del costo medio del debito. Bocciata invece l’idea di una patrimoniale straordinaria: ‘depressiva’.
La nuova spending review sarebbe ormai pronta: gli ingredienti forti sarebbero il taglio ai finanziamenti dei partiti e dei sindacati, una nuova sforbiciata alla spesa pubblica con l’implementazione del piano Giarda-Patroni Griffi.
Resta poi da ‘riattivare’ la delega fiscale che ‘giace’ alla Camera: obiettivo tagliare la giungla degli sconti fiscali. Poi la legge di Stabilita’ ‘fotografera’ la situazione e ‘certifichera’ – si spera – il non aumento dell’Iva. Alla fine – spiega lo stesso Casini – si avvicineranno le elezioni.
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