Mario Monti nelle scorse ore ha presentato le proprie dimissioni da presidente di Scelta Civica. E il partito si spacca. In 12 verso un nuovo gruppo per rafforzare il sostegno al governo di Enrico Letta. Il terremoto politico che si sta consumando in Scelta civica, complice la componente Udc in parlamento, avrà un primo effetto al Senato. I senatori che ieri hanno scritto la lettera sulla legge di stabilità che ha provocato le dimissioni di Mario Monti da leader di Sc, hanno chiesto ufficialmente, e a loro si e’ unito questa volta il ministro Mario Mauro che e’ senatore, la convocazione di un’Assemblea al capogruppo Sc Gianluca Susta per giovedi’ 24 alle ore 15.
All’ordine del giorno "una verifica politico-programmatica". I dodici, oltre a Di Biagio, sono Gabriele Albertini, Pier Ferdinando Casini, Antonio De Poli, Salvatore Tito Di Maggio, Angela D’Onghia, Luigi Marino, Maria Paola Merloni, Andrea Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi, Mario Mauro.
La riunione di giovedi’ prossimo sara’ il primo passo per cambiare la denominazione all’attuale gruppo di Scelta civica dove i ‘i montiani’, compreso Susta, sono ormai minoranza: andato via il leader ne restano in 7. Il nuovo gruppo dei 12, a cui probabilmente si uniranno anche 4 o 5 esponenti del Pdl, dovrebbe chiamarsi "I Popolari". O almeno, la parola ‘popolari’ dovrebbe far parte della nuova denominazione, con un richiamo al popolarismo europeo. Conseguenza della metamorfosi, sara’ anche il cambio del capogruppo: si parla di Andrea Olivero, o in subordine Lucio Romano o Luigi Marino. I tempi per il nuovo gruppo, spiegano fonti parlamentari, "saranno brevissimi". Alla Camera il processo dovrebbe invece portare, prima che a un nuovo gruppo, a una scissione del gruppo di Scelta Civica: l’Udc andrebbe per conto suo e formerebbe una sua componente politica assieme a qualche Sc, pronto a unirsi subito ai centristi di Casini.
I rapporti di forza dentro il gruppo di Scelta civica alla Camera sono diversi. La componente ‘montiana’ non e’ minoranza come al Senato dove 12 su 20 sono ormai pronti a fondare ‘I popolari’. E’ vero che il capogruppo Lorenzo Dellai e’ vicino ai 12, ma a Montecitorio, viene spiegato, si attende di capire cosa fara’ la componente di Italia Futura. Quindi, in attesa che gli esponenti che fanno capo a Luca Cordero di Montezemolo decidano come schierarsi, l’Udc si sgancerà portandosi dietro qualche Sc per arrivare al numero di 20 previsto da regolamento per formare un gruppo autonomo. Solo in un secondo momento si valuterà se dare vita anche alla Camera ai ‘Popolari’, con apporti magari anche dal Pdl. Intanto la ‘scissione’ che si creera’ la prossima settimana a Palazzo Madama, con i 12 capitanati da Mario Mauro e da Pier Ferdinando Casini, mettera’ i 7 piu’ vicini a Mario Monti a dover decidere cosa fare. Si tratta di Gianluca Susta, Pietro Ichino Linda Lanzillotta, Benedetto Della Vedova, Stefania Giannini, Gianpiero Dalla Zuanna, Alessandro Maran. Probabilmente seguiranno Mario Monti nel gruppo Misto visto che non avrebbero piu’ il numero minimo di 10 senatori per tenere in vita Scelta civica.
GLI ELETTI ALL’ESTERO DI SCELTA CIVICA La crisi che vive ormai l’ex partito di Monti coinvolge anche i parlamentari eletti all’estero con Scelta Civica, ovvero il senatore Aldo Di Biagio e i deputati Mario Caruso e Fucsia Nissoli. Leggendo le loro dichiarazioni, in particolare quelle di Di Biagio e Caruso, si capisce che secondo loro la scelta di Monti – quella delle dimissioni – sia stata una scelta sbagliata.
Caruso sembra addirittura dare all’ex premier dell’irresponsabile: “Mi sono candidato aderendo a questo progetto (a quello di Sc, ndr), convinto che saremmo riusciti a trasformare le molteplici diversità di pensiero in vera ricchezza, attraverso il dialogo e la crescita comune. Più passa il tempo e più mi rendo conto, invece, che le posizioni personali troppo spesso hanno il sopravvento sul bene del Paese. La scelta del Senatore Mario Monti si colloca purtroppo in questo percorso disgregativo di cui prendo tristemente atto”.
Critico anche Di Biagio: “assistiamo a decisioni d’imperio che, di fatto, ledono l’unità del gruppo, ne danneggiano la stabilità e non ne rispecchiano l’eterogenea realtà”. E poi aggiunge: “mi sembrano fuori luogo le dichiarazioni di queste ore in cui si accusa chi ha semplicemente ribadito la volontà di sostegno al Governo, di voler ritornare con Berlusconi. Nessuno con la nostra storia ha mai ipotizzato un ritorno con Berlusconi e Scelta Civica non è nata per questo”.
Nissoli, eletta in quota MAIE nel Nord e Centro America e poi passata con Scelta Civica, in un comunicato prega il presidente Monti di "tornare sulla decisione presa e continuare a guidare Scelta Civica in un momento delicato per la vita del nostro Paese!", convinta che il suo ruolo di Presidente del partito “sia insostituibile". Nissoli invita tutti i colleghi e la base di Scelta Civica "a stringersi attorno al suo Presidente per continuare insieme il percorso intrapreso”. Ma sarà difficile che Monti torni sui suoi passi.
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