Sara’ il momento per rimettere a punto i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica l’udienza che domani alle 11.00 Benedetto XVI avra’ col presidente del Consiglio Mario Monti, al suo debutto oltre il Portone di bronzo. L’udienza, concessa con significativa rapidita’, a nemmeno due mesi dall’insediamento del governo – per quanto in Vaticano si voglia rimarcare la ‘normalita” del fatto che un nuovo premier vada in visita dal Papa -, non si preannuncia certo come un incontro di routine: oltre a dare visibilita’ all’apprezzamento della Santa Sede per un esecutivo condito anche da autorevoli personalita’ cattoliche, esso servira’ a un nuovo check-up sui temi che piu’ stanno a cuore ai vertici della Chiesa.
Dopo il breve rendez-vous che il 18 novembre scorso a Fiumicino, ebbe con Ratzinger in partenza per il viaggio in Benin e dopo la visita fatta a Capodanno con la moglie alla basilica di San Pietro e alla tomba di Wojtyla, l’incontro di domani avra’ per Monti tutti i caratteri dell’ufficialita’, anche se il rigido protocollo vaticano lo classifica come ‘udienza privata’. Il premier, accompagnato dalla signora Elsa, arrivera’ a Palazzo Apostolico con un seguito composto, tra gli altri, dal ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, da quello per gli Affari europei Enzo Moavero, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricala’, dall’ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Maria Greco. In contemporanea, domani in Vaticano, ma alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario nel Palazzo dei Tribunali, ci sara’ anche il ministro della Giustizia Paola Severino, che ha gia’ incontrato Benedetto XVI durante la visita al carcere di Rebibbia lo scorso 18 dicembre.
Il colloquio a tu per tu di Monti con Ratzinger nella Sala della Biblioteca avra’ anche il tono di un incontro tra due professori, quali entrambi sono stati per molti anni. Dal premier, cattolico ma profondamente rispettoso della laicita’ dello Stato, non si attendono comunque gesti – tipo genuflessioni o baciamano – che si allontanino dal suo tratto sobrio e dalla cordiale deferenza dovuta in questi casi.
Sara’ pero’ nel successivo colloquio con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone che si entrera’ piu’ nel merito delle questioni riguardanti il rapporto tra Stato e Chiesa: non si puo’ escludere che dal premier si attendano rassicurazioni sul regime fiscale dei beni della Chiesa (anche se lo stesso Bertone aveva detto recentemente che il problema dell’Ici e’ ‘da studiare e approfondire’), sul sostegno alle scuole cattoliche, sugli stessi temi etici, comunque in questo momento ‘oscurati’ dall’imperversare della crisi economica.
Proprio oggi, alla vigilia della visita di Monti, Benedetto XVI, ricevendo in udienza il personale dell’Ispettorato, non ha mancato di sottolineare che la presenza della Santa Sede e del gran numero di pellegrini che essa attira da ogni parte del mondo ‘non costituisce certamente un problema per la citta’ di Roma e per l’Italia intera, bensi’ una ricchezza e un motivo di vanto’. E solo lunedi’ scorso, nell’udienza al Corpo diplomatico, apprezzando ‘la concordia e la reciproca volonta’ di cooperare’ dalle due parti del Tevere, ‘ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune’, aveva auspicato che ‘l’Italia continui a promuovere un rapporto equilibrato fra la Chiesa e lo Stato, costituendo cosi’ un esempio, al quale le altre Nazioni possano riferirsi con rispetto e interesse’.
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