“Chi ha ucciso Luca Ventre?”: questo il titolo della conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputati, che ha visto la partecipazione di diversi parlamentari e del presidente di A buon diritto onlus, l’ex senatore Luigi Manconi.
Luca, lo ricordiamo, è il cittadino italiano di 35 anni deceduto a gennaio dopo un fermo di polizia avvenuto dentro il perimetro dell’ambasciata italiana di Montevideo, in Uruguay.
“E’ assurdo che a una famiglia vengano lasciati tutti gli oneri della ricerca della verità e della giustizia della morte di un suo membro”, ha dichiarato Fabrizio Ventre, fratello di Luca. “Pensavamo che l’Italia ci avrebbe aiutato ma non è stato così”, ha aggiunto. Anzi, “la Farnesina ci ha anche nascosto la verità. Questo è stato un tradimento”.
L’uomo ha detto che se la sua famiglia “non avesse avuto le energie e le disponibilità economiche per perseguire la ricerca della verità” ora non avrebbe nulla se non “una persona morta di un malore”. “Mi sembra assurdo che, mentre chiediamo ai giocatori della nazionale di inginocchiarsi, il percorso per avere giustizia per un omicidio di cui ci sono le riprese dal primo all’ultimo momento sia così tormentato” ha detto ancora.
“Ci saremmo aspettati una ferma condanna che non è arrivata” ha denunciato il fratello del connazionale morto in Uruguay, “mentre il ministero degli Affari esteri ha a lungo sostenuto la tesi del malore, nonostante avesse tutto il materiale necessario per capire che si era trattato di un omicidio”. Un atteggiamento, questo, modificato “solo quando si sono resi conto che noi avremmo avuto accesso ai video che mostrano le modalità della morte di Luca”, ha sottolineato Fabrizio Ventre.
“Sul nostro connazionale Luca Ventre, deceduto in Uruguay, è stato applicato quello che possiamo definire ‘codice George Floyd’, in quanto richiama le stesse metodiche del caso dell’afroamericano ucciso dalla polizia”. Parole pronunciate dal presidente di A buon diritto Onlus, Luigi Manconi.
Manconi, già presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani e senatore per tre legislature, ha detto che “le indagini guidate dal sostituto procuratore di Roma Sergio Colaiocco, che sono state accurate e dettagliate, hanno portato ad acquisire dati essenziali fino a quel momento trascurati” anche dalla magistratura sudamericana “che aveva archiviato tutto sulla base di una perizia che escludeva alcuna responsabilità in capo al poliziotto uruguayano che è stato poi l’esecutore materiale dell’omicidio”.
Proprio “una perizia ordinata da Colaiocco”, ha proseguito Manconi, “ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale dell’esponente delle forze dell’ordine uruguayane”.
Un passaggio, questo, ha spiegato Manconi, rafforzato “dall’atto emesso nei giorni scorsi dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che ha chiesto alla procura di Roma di perseguire penalmente il poliziotto”.
Manconi ha detto che ora “è necessario sostenere la magistratura, il ministero degli Affari esteri e della Giustizia affinchè si possano intraprendere le mosse successive e si possa arrivare a interrogare il membro delle forze dell’ordine”. Secondo l’ex senatore, “per quanto ci siano molte differenze, lo schema giudiziario del caso di Ventre ricorda quello di Giulio Regeni”, in riferimento al ricercatore italiano ucciso in circostanze ancora poco chiare in Egitto nel 2016, e che questo “lascia immaginare quanto sia complesso” il lavoro che aspetta i magistrati italiani.
“Io mi auguro che quella di Luca sia l’ultima morte di questo tipo – ha detto ancora Fabrizio Ventre – Mio fratello avrà anche fatto una cavolata scavalcando, ma era pacifico e non era una persona fuori di testa. Quando tieni una persona 37 minuti con le braccia attorno al collo gli stai dando la morte certa. Mi sarei anche aspettato dall’Italia una ferma condanna riguardo al fatto che una persona in fin di vita sia stata lasciata 14 minuti sola davanti al pronto soccorso per lasciarlo morire. La storia di mio fratello è assurda e solo a raccontarla sembra fantascienza”.
QUARTAPELLE (PD) “STATO DEVE GARANTIRE L’INCOLUMITA’ DEI SUOI CITTADINI”
“Vogliamo ottenere la verità sulla morte di Luca Ventre. Sono bastati 8 minuti e 46 secondi a George Floyd per morire soffocato, Luca Ventre è stato sottoposto a un’asfissia meccanica e violenta che, come scrive l’autopsia, è durata più di 22 minuti. Il primo dovere di uno Stato è quello di garantire l’incolumità fisica dei propri cittadini. Il percorso dello Stato deve essere condotto da tutto lo Stato, non può essere una famiglia che cerca giustizia, deve essere l’Italia che cerca giustizia. Lo sta facendo la magistratura ma nei casi di omicidi all’estero i suoi poteri sono fortemente limitati. Per cui c’è bisogno di uno Stato complessivo che si attivi per arrivare alla giustizia”. Lo ha detto la deputata Pd, Lia Quartapelle, nel corso della conferenza stampa.
PALAZZOTTO (LEU): DIFENDERE ITALIANI ESTERO
Il caso “drammatico” di Luca Ventre, ma anche quelli di “Giulio Regeni e Mario Paciolla”, rendono evidente che “dobbiamo dotarci di strumenti per proteggere la vita e la sicurezza degli italiani all’estero e per fare giustizia nel caso in cui non ci si riesca”. Così il deputato di Liberi e Uguali, Erasmo Palazzotto, nel corso della conferenza stampa.
Palazzotto, che è anche presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, avvenuta in Egitto nel 2016, ha detto che “sono tanti i casi di cittadini italiani che perdono la vita in contesti esteri dove è complicato che la magistratura da sola riesca a svolgere il suo compito”. Il parlamentare ha quindi affermato che “c’è una difficoltà” e che questo “richiama a una responsabilità grande la funzione di governo di questo Paese, perchè – ha ribadito Palazzotto – la magistratura da sola, spesso in assenza di accordi di cooperazione giudiziaria, non può andare molto lontano se non c’è una robusta iniziativa diplomatica che convinca Paesi che riteniamo partner che” quando si parla di cittadini italiani “pretendiamo che valgano le regole del diritto e della giustizia che valgono nel nostro Paese”.
Magi (+Europa), vigilanza e vicinanza su vicenda Luca Ventre
“La possibilita’ di ottenere verita’ e giustizia” sui casi come quelli di Luca Ventre “dipende molto dall’attivita’ diplomatica e dall’attivita’ politica che affianca e sostiene l’attivita’ giudiziaria, e questo e’ il motivo che ci porta qui: una richiesta e un sostegno al nostro governo, ma anche una forma di vigilanza istituzionale e democratica, oltre che di vicinanza alla famiglia”. Lo ha dichiarato il deputato di Piu’ Europa, Riccardo Magi.
“L’Italia e’ un grande Paese che ha sedi diplomatiche in giro per il mondo, e non solo e’ opportuno, ma doveroso e necessario che all’interno di queste sedi ci siano forze armate e forze dell’ordine italiane, i Carabinieri, ad esempio. Questa e’ una richiesta che da oggi stesso propongo che possiamo inoltrare alla Farnesina e agli organi competenti”, ha affermato Magi, che ha poi espresso il “dispiacere per aver ascoltato ancora una volta di come cittadini italiani che sono nel mondo, di fronte a una tragedia che colpisce cosi’ duramente, si siano sentiti per molti mesi abbandonati dalle istituzioni. Su questo credo che dobbiamo tutti quanti chiedere scusa e impegnarci ancora di più”.