Di fronte alla morte Siena si e’ fermata: il dolore per la scomparsa di David Rossi, 51 anni, il capo area della comunicazione di Banca Monte dei Paschi che mercoledi’ scorso si ucciso gettandosi dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni, ha avuto il sopravvento su tutto, almeno per i 15 minuti della breve cerimonia. I familiari del giornalista avevano chiesto il rispetto della privacy e anche le telecamere, comunque controllate a vista dai contraioli della Lupa, sono rimaste lontano.
Troppo piccola la chiesa della contrada in cui Rossi era stato ‘battezzato’ per contenere tutti. Il silenzio, quasi irreale, che c’e’ dentro e fuori (dove ci sono almeno 300 persone), e’ rotto solo dai singhiozzi della mamma e della moglie, protette da Andrea Viviani, il priore della contrada. La cerimonia funebre, che fino a ieri era stata annunciata laica, sembra per volere della mamma prevede anche la liturgia della parola e una benedizione da parte di don Sergio Volpi, il correttore della Lupa che poi saluta i presenti. Poche parole perche’ ‘d’accordo con i familiari ogni parola detta, anche in amicizia, aggiungerebbe solo dolore’, mentre anche il presidente e l’ad di Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, non riescono a trattenere le lacrime, e l’ex sindaco Franco Ceccuzzi esce con gli occhi lucidi. I vertici della banca e anche della Fondazione ci sono praticamente tutti.
Tra i tanti amici presenti ne manca uno: l’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, e’ rimasto chiuso nel suo dolore. Lui aveva voluto David al suo fianco fin dal 2001, quando divento’ presidente della Fondazione Mps, ricorda qualcuno. Per altri, oggi che e’ nell’occhio del ciclone dell’inchiesta della procura senese, forse ha fatto bene. Sarebbe stata una presenza ‘ingombrante’. E del resto i fratelli di Rossi, ieri, erano stati abbastanza freddi nei confronti di alcune persone che avevano reso omaggio alla camera ardente. Quasi un macigno sospeso su tutti i presenti e’ proprio quell’inchiesta: David non ha retto alle pressioni di quanto sta avvenendo, dice qualcuno a mezza voce per cercare una ragione. ‘Troppo scupoloso e troppo preciso’ dice fuori dalla chiesa don Sergio per il quale in queste caratteristiche di David vanno ‘forse cercate le ragioni del suo gesto’. In pochi, quando la bara esce preceduta dalla bandiera a mezz’asta della contrada, trattengono le lacrime. Il carro parte e si dirige accompagnato solo dai familiari, verso il cimitero del Laterino. Avrebbe voluto essere cremato ma l’apertura di un nuovo fascicolo, contro ignoti, per istigazione al suicidio, depositato oggi in procura, non lo consente. E don Sergio, fuori dalla chiesa, ricorda ancora il ‘contradaiolo’: ‘le strade per arrivare a Dio sono molte’, risponde a chi gli ricorda che era ateo.
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