Un gol "alla Messi" nel tempio del calcio, il Maracana’ di Rio. Tanto e’ bastato alla ‘pulce’ per tornare l’extraterreste che tutto il mondo conosce (e invidia). Dopo una stagione travagliata, amara e per la prima volta dopo tanti anni avara di successi col suo Barcellona, dopo aver visto l’eterno rivale Cristiano Ronaldo vincere il Pallone d’Oro, dopo i tanti infortuni muscolari e i continui conati di vomito che lo hanno accompagnato negli ultimi mesi, Leo Messi ha deciso di riprendersi la scena, rispondendo con un gol fantastico, otto anni dopo l’ultima rete ‘mondiale’ e il flop di Sudafrica 2010.
Per i giornali argentini e’ stato una sorta di fine dell’incubo, per quelli spagnoli semplicemente il ‘ritorno del Numero Uno’, ma tutti sono concordi nell’esaltare la prestazione della stella di Rosario, l’unico capace – con la perla al 20′ del st, un mix di tecnica e velocita’ – a far esultare un Maracana’ fino ad allora solo stanco e annoiato.
Per il 10 argentino era la prima volta nello stadio di Rio ("sono rimasto impressionato dal pubblico – la sue parole a fine gara – all’80% era colorato di albiceleste, ci hanno aiutato") e il battesimo non poteva essere migliore, anche se la prestazione, sua e della squadra, deve migliorare, se l’Argentina vuole cullare sogni iridati: "Era importante cominciare prendendo i tre punti. Ci sono cose da migliorare, e’ sicuro – il commento dopo il sudato 2-1 alla Bosnia – Non e’ facile mai iniziare un Mondiale, eravamo tutti un po’ nervosi. Abbiamo vinto pero’, facendo un buon secondo tempo con tanto possesso palla e diverse occasioni. E’ incoraggiante per il prosieguo del torneo".
Il quattro volte Pallone d’Oro, unico nella storia ad aver calato il poker, compira’ gli anni a Mondiale in corso (27 anni il 24 giugno, stessa eta’ di Maradona a Mexico ’86) e adesso ha davanti a se’ l’unico appuntamento che ancora gli manca con la Storia: vincere un Mondiale. Ora tocca semplicemente a lui.
Avrebbe voluto essere decisivo gia’ quattro anni fa in Sudafrica e invece lascio’ il campo piangendo a dirotto dopo la batosta (0-4) contro la Germania nei quarti di finale. Dopo tanti mesi tribolati, tra infortuni muscolari (ben tre tra settembre, novembre e aprile), guai giudiziari col fisco spagnolo, ‘zero tituli’ e la telenovela sul rinnovo contrattuale, la Coppa del Mondo sarebbe per la ‘pulce’ il timbro della definitiva consacrazione nell’Olimpo del calcio, accanto ai miti Pele’ e Maradona. E probabilmente zittirebbe una volta per tutti anche coloro che continuano a confrontare la serie impressionante di trionfi e gol ottenuta con i colori blaugrana al suo rendimento tutt’altro che regolare in maglia albiceleste.
"Voglio vincere e penso di aver imparato dagli errori commessi nei precedenti Mondiali, non li ripetero’", ha assicurato alla vigilia della Coppa del Mondo. Insomma, basta colpi di tosse e conati di vomito, per Leo Messi sembra essere tornato il momento dei dribbling, degli assist e dei gol.
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