Parigi conclude i suoi nove giorni di pret-a-porter e chiude anche il tour de force della moda per la primavera-estate 2013, iniziato a New York ormai quasi un mese fa. Le sfilate parigine non hanno detto molte cose piu’ di quelle milanesi, ma le ha dette meglio, forse con piu’ prosopopea. Frequentando tutti i back stage delle sfilate, colpiva in questi giorni sentir parlare tanto spesso italiano: nei team stilistici, nella produzione, nella organizzazione c’e’ infatti tanta Italia. Come ieri sera da McQueen, che produce nello stabilimento del gruppo Gucci a Novara, come da Stella McCartney e da tanti altri, grandi e piccoli. Noi produciamo ai massimi livelli (scarpe e borse poi, quasi tutte made in Italy) ma gli altri comprano: i mercati si sono spostati in oriente, i cinesi – buyers e giornalisti – occupano ormai una buona parte del ‘front row’ alle sfilate, accanto ad arabi, coreani, russi, turchi, brasiliani e via elencando tutti i nuovi mercati della moda. Per non parlare dei blogger: vengono da tutto il mondo, sono giovani fanatici dei trend, sono come api impazzite sul miele, assediano le sfilate e alcuni ormai vi sono accolti come vip, scattano all’impazzata e c’e’ gente, anche tra i giornalisti, che ormai si veste e si cambia continuamente per farsi immortalare e rilanciare sui siti mondiali e diventare personaggio. Puo’ non piacere, ma e’ anche in questo corto circuito ormai che si formano le tendenze.
Vediamone alcune, cosi’ come sono uscite dalle sfilate parigine: anni 60 in auge, linee diritte o svasate, basta gonne a palloncino, la moda dice tubo o trapezio. Anche gli anni 70 avanzano con tocchi neo-hippy e gonne lunghe. Le sottane chic comunque arrivano al ginocchio, ma ancora meglio se sfiorano la caviglia. Tante giacche con spalle importanti, un po’ oversize da portare con calzoni sottilissimi o gonna lunga, ma anche da mettere come miniabiti o sopra gli shorts. Le giacchette sono anche corte e a sacchetto, manica al gomito e colletto. A proposito di colletti, meglio tenerli abbottonati, soprattutto sugli chemisier a pieghe, con maniche lunghe o del tutto senza. Gran gioco di trasparenze e velature: sottovesti che spuntano, camiciole di tulle che sbucano, ma anche trench di plastica e perfino scarpe e sandali trasparenti.
Spolverini a iosa, diritti anche loro o ad A, e poi stole e perfino pellicce, colorate ad arte. Tanti bijoux, di ferro o di pietre, di perle o dorati, come decorazione applicata sugli abiti a mo’ di ricamo, come semplici collari un po’ talari, come broche per chiudere le giacche.
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