Un omaggio allo smoking, come fonte di ispirazione rigorosa per la seduzione femminile moderna. Ma anche un inno alla donna borghese, quella che non cede un millimetro del suo stile alle sirene dello street style. La passerella di Lanvin, ovvero la creativita’ di Alber Elbaz, e’ sempre un bel momento per chi si occupa di moda, forse pero’ ormai un po’ scontato, un po’ tanto fascino discreto della borghesia. Ma del resto come fargliene una colpa. I nuovi mercati, Cina in testa, niente sanno e niente hanno vissuto degli anni in cui la borghesia europea aveva i suoi codici di eleganza, vestiva l’alta moda e il pret-a-porter di lusso o lo copiava. Dunque ben venga Lanvin che riscopre tutto in chiave contemporanea.
Bellissimi i completi, con pantaloni sartoriali e sottili, corti boleri o lunghe giacche tuxedo anche senza maniche, con l’effetto grafico dei revers bianchi a lancia. Lo smoking si coniuga in tanti modi, diventa abito corto e geometrico con un accenno di raso nero sulla scollatura, si trasforma in un tubino a pannello unito da piatti fiocchi chiari. Dopo una serie discutibile di vestiti a sacchetto con l’effetto trompe l’oeil di una statua femminile piazzata proprio in corrispondenza delle forme, la sfilata riprende vigore: abiti scivolati e raccolti per diventare una sola manica, ma anche spalle ampie, appuntite, che si ergono imponenti sul busto che si ingentilisce e ricade sui pantaloni. Anni 80 con qualche eco piu’ antica, ma tutto in chiave attuale, molto grafica, ben issata su tacchi alti che qui non mancano mai.
Terzo punto forte (Lanvin e’ sempre un mix di elementi) le vesti corte, come un taglio di stoffa che avvolge la figura apparentemente senza forma, o meglio come due pannelli diritti, di colori diversi, che prendono la forma del corpo, ma non troppo. Uno davanti e l’altro dietro, variamente congiunti tra loro a formare un gruppetto di stile simile ma sempre diverso, spesso monospalla (e’ un dettaglio che Elbaz ama molto). Petrolio e nero, ruggine e prugna, verde e viola, accostamenti inusuali ma abituali per lo stilista che guida il gusto femminile delle sue clienti con mano sicura, cercando sempre di suggerire qualcosa che tolga noia al vestire chic.
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