Negli USA con Monti sembrava fatta, ma Moby non ci crede e declassa l’Italia, con altri cinque Paesi dell’Eurozona, sicché il tricolore scivola, come Malta, da A3 ad A2 con outlook negativo anche per Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, e revisione peggiorativa per Austria, Francia e Regno Unito.
Rimangono invariati solo i giudizi di tripla A della Germania e del fondo salva-stati Efsf.
Secondo Moby c’è un “rischio significativo” che il governo italiano non riesca a centrare gli obiettivi di risanamento a causa della “marcata debolezza strutturale dell’economia del Paese”. Ed è questo che, in fondo, tutti gli economisti temono.
Ed anche se l’agenzia di rating, che ci declassa dopo Standard & Poor, riconosce che il consolidamento fiscale varato dal governo Monti e gli sforzi nell’ambito delle riforme economiche “hanno contribuito a mantenere un surplus primario”, c’è sempre il problema, cruciale: “le misure introdotte dal governo per promuovere la crescita economica richiederanno tempo per dare risultati, comunque difficili da prevedere allo stato attuale delle cose”.
Insomma, bisogna fare in fretta nel varare riforme strutturali convincenti ed essere molto accorti sulle spese e gli investimenti. (CDS)
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