Secondo Giovanni Battista Vacchi, ad del gruppo Colombini, l’anno che sta per iniziare sarà nuovamente caratterizzato da forze contrastanti. L’imprenditore ne parla con Affari & Finanza: “Con l’arrivo della pandemia, un settore tradizionalmente stabile come quello del mobile, è salito sulle montagne russe. L’interruzione delle catene di forniture, il balzo dei costi di produzione e le crescenti difficoltà nel commercio internazionale ne hanno frenato da una parte lo sviluppo, dall’altra la forzata riscoperta dell’ambiente casalingo dovuta ai lockdown e gli incentivi del governo ne hanno favorito la decisa ripresa”.
“Assieme all’alimentare e alla moda, l’arredamento è uno dei tre pilastri del made in Italy conosciuti all’estero e non vorremmo che anche il nostro settore finisse in mano a grandi operatori stranieri, come successo per esempio con la moda. Ci poniamo dunque come polo aggregatore”.
Il brand Febal Casa del gruppo – scrive l’inserto economico de La Repubblica – è passato dai 130 punti vendita del 2019 ai 200 a fine 2022, di cui 170 in Italia e 30 all’estero, tra cui Parigi e Dubai. Lo sviluppo estero prosegue con l’apertura della filiale di Miami, la crescita nell’Europa francofona, in Medio Oriente e in Cina, Paese in cui Colombini vanta già una filiale. Queste sono le eccellenze made in Italy che ci piacciono.