Dopo le elezioni europee, la Ue deve decidere chi occuperà le poltrone più importanti dell’Europa unita. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, a margine del Luiss Diplomatic Forum in corso a Roma, su un eventuale futuro da Commissario Ue “sono a disposizione ma non sono assolutamente candidato a nulla in ambito europeo”, ha detto.
“Io non ho escluso” un ruolo nella nuova Commissione europea “ma non ho assolutamente una candidatura”, ha commentato Moavero. “Si tratta di una scelta che dovrà fare il governo e quindi su questo bisogna comprendere quali saranno gli orientamenti”, ha aggiunto. Sulla nomina dei commissari, ha ricordato ancora il ministro, “occorre naturalmente anche un placet di chi sarà designato presidente della Commissione”. “Io sto facendo il ministro degli Esteri, un mestiere importante, una funzione che faccio volentieri al servizio del Paese e che per me rappresenta anche un impegno importante da portare avanti”.
Per quanto riguarda la scelta dei vari incarichi nella nuova Unione europea, “l’Italia deve perseguire incarichi importanti”. Il ministro ha ricordato che “siamo un Paese fondatore, un paese rilevante” dell’Unione europea. “Sono importanti, in particolare, quegli incarichi che hanno a che fare con politiche pubbliche europee di incidenza reale. Quindi stiamo parlando di commercio, di concorrenza, di ambiente, di industria, di economia naturalmente. Cose concrete su cui l’Unione europea ha competenze specifiche”, ha aggiunto Moavero, precisando quali sono le ambizioni italiane nell’ambito della nuova Commissione europea.
Le decisioni di politica estera a livello Ue dovrebbero essere prese a maggioranza qualificata, anziche’ all’unanimita’, in modo tale da presentare l’Unione come “un attore globale forte”, ha osservato Moavero. Nel Parlamento europeo, alla luce delle recenti elezioni, “gli equilibri sono cambiati”, il sostegno di almeno un altro gruppo e’ ora necessario per le due principali famiglie politiche del Parlamento Ue. Secondo Moavero, serve un’innovazione del sistema delle istituzioni dell’Ue in quanto si “e’ persa la capacita’ di lavorare insieme tra gli Stati membri per raggiungere gli obiettivi”.