Si è svolta dal 29 maggio al 2 giugno la missione in Guatemala di Angelo Viro, vicepresidente MAIE, accompagnato per l’occasione da suo figlio Orazio, membro del Comites di Santo Domingo.
“La comunità italiana del Guatemala è molto attiva e bene organizzata”, dichiara Viro. “Flavia Cerroni, presidentessa del Comites, mi ha invitato alla riunione del primo giugno e ho potuto constatare con i miei occhi l’unità del gruppo, di tutti e dodici i membri del Comites, e il forte interesse a portare avanti bei progetti a favore dei connazionali. Questo mi ha fatto molto piacere”, commenta il vicepresidente MAIE.
“La stessa sensazione – prosegue – ho avuto quando mi sono riunito con il direttivo del MAIE Guatemala, rappresentato da Giulietta Sasso e Benedetta Poggio, entusiaste del lavoro che svolge costantemente il Movimento Associativo degli Italiani all’Estero, ma preoccupate per la situazione che riguarda i servizi consolari”.
Angelo Viro ha partecipato anche all’incontro organizzato dalla locale Camera di Commercio italiana: “Il presidente Giovanni Musella, grande anfitrione, e il Segretario generale Gabriele Musto lavorano e si impegnano per mantenere alta la bandiera del made in Italy e per garantire la giusta visibilità alle eccellenze italiane. Per il 2 giugno hanno organizzato in un centro commerciale una fantastica esposizione di prodotti italiani, molto ben riuscita. Per questo ho rivolto a loro i miei complimenti, anche a nome del presidente del MAIE, Sen. Ricardo Merlo”.
Insomma, una missione, quella in Guatemala, che per Viro è stata di grande importanza, perché si è potuto confrontare con il tessuto sociale italiano, ascoltare la voce dei principali esponenti della comunità italiana, raccogliere spunti e suggerimenti.
“L’unica nota stonata – dichiara ancora – è la situazione che riguarda l’Ambasciata d’Italia. L’Ambasciatore, Paolo De Nicolo, con cui ho avuto una lunga ed ampia conversazione, di fatto è solo. E’ l’unico funzionario presente nella sede diplomatica. Non ha un numero due, nessun altro funzionario su cui poter contare. Lo accompagna il carabiniere, Rocco, che è colui che si occupa della sicurezza all’interno della sede diplomatica”.
“Da quando ha chiuso l’Ambasciata in Honduras, per decisione di un governo a guida Pd, l’Ambasciatore italiano in Guatemala è responsabile anche di quel Paese. Un carico di lavoro e di responsabilità che è difficile gestire da solo. L’Ambasciatore De Nicolo ha urgente bisogno di funzionari nella propria sede; è impossibile – commenta Viro – che da parte del governo e della Farnesina non ci sia una sensibilità in questo senso. Ho assistito con enorme tristezza a questa situazione angosciosa e deprimente; stando così le cose, automaticamente i disservizi sono grandi. In Ambasciata stanno cercando di fare miracoli per offrire in tempi dignitosi almeno quei servizi più urgenti. Quando ho chiesto all’Ambasciatore chi porterà in Italia le buste contenenti le schede votate dai connazionali in occasione del referendum, mi ha risposto che dovrà essere il carabiniere a farlo, perché non ha nessun altro a cui affidare l’incarico e lui di certo non può lasciare la sede scoperta”.
“A pochi mesi dal voto, i nostri Ambasciatori iniziano a vedere qualche politico dei partiti romani che fa visita al territorio… solo per far politica, solo a caccia di voti. Non come il MAIE, che lotta costantemente, tutti i giorni, per difendere i diritti dei connazionali e garantire loro servizi consolari efficienti e degni di un Paese civile come l’Italia. In Guatemala – sottolinea in conclusione Angelo Viro – il MAIE è compatto, ha un’ottima reputazione e continua a lavorare per farsi sentire e per denunciare alle autorità competenti tutte quelle cose che ancora non funzionano, offrendo il proprio contributo per la ricerca di soluzioni possibili”.