La Casa del Giovane di Pavia è una comunità terapeutica e di servizio, nelle sue strutture vi sono affidati tanti minori, perché tolti a contesti familiari disastrati a tal punto da annientare uno spicchio di futuro tutto dentro un presente atomizzato. Ciò dovrebbe fare riflettere per tentare di sfatare i luoghi comuni che incarnano la società contemporanea, in quell’immaginario di paura che induce a comportamenti di rifiuto, di non ascolto autentico.
Giovanissimi duri come grissini al primo imbocco, soli più delle solitudini, distanti oltre ogni pensiero sepolto alla ragione, occorre affiancarli nel cammino faticoso, nella crescita e nella capacità di amare se stessi e gli altri. Sono giovanissimi dal petto in fuori e gli occhi spalancati alle parole nuove che spingono a fondo, sino a rendere difficile penetrare nel meandro nascosto, nel taglio alla vita che sperpera brutalmente ogni speranza.
Ragazzi dall’abbandono gridato, nelle ferite senza segno a vedere, piagati dalla non accettazione, ragazzi dal verbo sgangherato, allontanati dalla cattiva coscienza di chi conduce e educa alla finzione di una società del precariato dei valori.
Spesso è proprio da uno sguardo spavaldo, da uno scarto veloce, che nasce l’esigenza di tendere una mano, per stringere quell’altra, seppure restia a farsi trovare e riconoscere; forse occorre semplicemente avere il coraggio di fare un salto dentro quel mondo, percepire che da quella fastidiosa alzata di spalle, c’è per intero il bisogno di venirti incontro per capire di più, per cui non è più sufficiente rimanere a ascoltare, o peggio sospirare per l’affanno di una mal celata sopportazione.
Verrebbe facile sostenere che tutto trova una sua spiegazione, una sua collocazione, come se il mondo dei giovani fosse un mondo effimero e perciò immaturo, invece, in questa comunità, tra tanti giovanissimi, è proprio questa intuizione già prossima, che disegna l’improrogabilità degli adulti rispetto ai più giovani, sottolineando l’importanza di sapere prima di parlare, sapere quanto sacrificio impone riappropriarsi della propria libertà, della propria dignità, solo allora la necessità diventa impegno a riconsegnare ognuno e ciascuno al proprio futuro.
In questo tentativo di riconsegnare contenuto alla speranza di tanti giovanissimi, i tagli della spending review hanno colpito nuovamente i più deboli, i più a rischio: tra cui i minori, dimenticando come le linee di intervento che spaziano dal sostegno alla famiglia alla persona siano necessità inclusive e intoccabili, e non il risultato di una concezione che considera le risorse per il sociale costi improduttivi da tagliare.
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