Il Movimento 5 Stelle punta tutto sull’onestà, la trasparenza, i soldi pubblici. “Noi ci siamo ridotto lo stipendio senza aspettare che una legge ci obbligasse a farlo”, ribadiscono ogni volta i parlamentari grillini. E quante volte abbiamo sentito dire a Beppe Grillo la frase magica: “I nostri parlamentari prenderanno 2500 euro al mese e restituiranno il resto!”. Beh, come riporta Repubblica, non è andata proprio così.
La deputata del Pd Giuditta Pini l’altro giorno a Montecitorio ha fatto i conti in tasca ad Alessandro Di Battista, ricordandogli che a febbraio lui ha effettivamente restituito 2058 euro, ma ne ha trattenuti 3187. Più 6287 di rimborsi vari, però. Fanno 9474 euro.
Repubblica scrive: “E Di Battista è tra i più francescani, perché il deputato fiesolano Emanuele Cozzolino nello stesso mese, sotto voce "rimborsi", ha incassato 11209 euro (raggiungendo, con i 3330 dell’indennità, quota 14539), il senatore napoletano Sergio Puglia ne ha ricevuti 9064 (dei quali 2709 solo per pagare l’affitto del suo appartamento romano: sono finiti i tempi delle mansarde in comune), il suo collega catanese Mario Michele Giarrusso ha speso al ristorante 1019 dei 9254 euro rendicontati (altro che la pizza dell’assessore di Anguillara) e la veneta Arianna Spessotto è riuscita a farsi fatturare, nell’era degli abbonamenti "tutto compreso", 1708 euro solo per le telefonate”. Capito?
Non c’è nulla di così scandaloso, commenta la firma di Repubblica, perché la politica costa, si sa. Chi deve occuparsi di tali costi se non lo Stato? Questo lo sanno bene anche i grillini, che però evidentemente fanno più fatica degli altri ad ammetterlo, persino mentre presentano le loro note spese.
Intanto a Roma lo spettacolo messo in piedi dal sindaco Raggi continua. Cambiano le giunte, cambiano gli staff ma gli stipendi restano altissimi. Il giornalista dell’Ansa, Teodoro Fulgione, fresco di nomina a portavoce del sindaco di Roma, Virginia Raggi, percepirà circa 100mila euro all’anno. Beato lui.
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