La pornostar italiana Milly D’Abbraccio dal porno ha iniziato una carriera come escort: “Mi fa strano che alcuni siti molto importanti debbano attingere a notizie vecchie, di sette anni fa, già riprese dalle Iene, per dar spago alla morbosità degli italiani. Questo è un cattivo giornalismo, giornalisti che valgono zero, meno di zero. Evidentemente si rivolgono a un pubblico di depravati, bacchettoni e repressi”.
“Cosa c’è di male nel fare certe cose? Tu scopi? Penso che ognuno faccia sesso! Milly D’Abbraccio non può farlo? Che sia poi libero o a pagamento cosa cambia? Io faccio quello che voglio. Dov’è la morbosità? Dov’è lo scandalo? Io offro dei momenti di piacere ai miei fan dietro un pagamento abbastanza elevato. Non c’è niente di male, in America le pornodive da sempre oltre agli spettacoli e ai film fanno appuntamenti con i loro fan”.
Dal set agli incontri sessuali con i fan: “Che differenza c’è? Nessuna!”, spiega a Radio Cusano Campus. “Anzi, i film sono molto più stressanti e faticosi. Nel privato, per un tuo fan accanito può andar bene anche uno spogliarello. Gli offri un momento di sogno con la sua attrice preferita. Non c’è niente di male, non comprendo questa morbosità. Che alcuni siti abbiano dato tanta importanza a questo fatto di Milly che fa questa cosa, vuol dire che non ci sono notizie. Non c’è differenza tra fare la pornodiva e andare con i fans in cambio di soldi. E’ come se fossi un cantante e andassi da un emiro a fare una canzone. Non ci vedo niente di male”.
Sul maschilismo nel mondo del cinema: “C’è sempre stato un po’ di maschilismo, chi ha il potere lo esercita. Non è da sottovalutare lo stress psicologico che una donna deve subire ogni volta che le propongono dei compromessi un po’ squallidi. Nel momento in cui tu ti abbassi al potere dell’uomo stai al suo gioco, c’è poco da fare. Io per esempio ho scelto, piuttosto che sottostare ai produttori, di fare l’hard. Se dovevo sottostare a qualche vecchio schifoso, meglio fare i porno. Soldi subito, successo subito e magari mi faccio anche dei bei ragazzi”.