Milena Gabanelli a Radio Cusano Campus ha parlato delle polemiche che riguardano Fazio e Vespa: “Giornalisti o artisti? Se devono o meno ospitare i politici? Abbiamo problemi più significativi”.
Sulle promesse che si rinnovano in campagna elettorale: “Io aspiro, prendetela con divertimento naturalmente, ad avere un candidato muto. Il mio candidato ideale è muto, perché non possedendo la parola e potendosi esprimere solo con i fatti, perderà poco tempo in giro per i salotti, le tv, i convegni o le presentazioni dei libri e si dedicherà all’operatività”.
Sul ruolo dell’informazione in vista delle elezioni: “Giocherà il ruolo di sempre, parteggiando per l’uno o per l’altro, con qualche voce laica che cercherà di dire le cose come stanno, ricordando quello che era stato promesso, quello che è stato fatto ed è stato fatto male oppure non è stato mantenuto, ricordando che ci si perde nei bicchieri d’acqua e si scordano tante questioni, magari cruciali, importanti, per il Paese”.
Sulla flat tax: “E’ una buona idea. Il tutto sta nelle percentuali ovviamente. Il 15% è inapplicabile. Ma anche il 25. A meno che tu non sia così certo che si rimetta in modo tutto il mondo. Per rimettere in moto tutto il mondo devi aver creato i presupposti e io non li vedo. Ma una cosa si può fare. Trovare il modo di eliminare un po’ di sommerso, che ammonta al 15% del PIL. Recuperare la tassazione di quei 208 miliardi è una cosa fattibile. Si ripristinerebbe anche un po’ di concorrenza leale tra quelli che la fattura la fanno e quelli che la fattura non la fanno”.
Su Di Maio: “Non ho capito se crede nell’euro o non crede nell’euro o crede nell’opportunità delle cose da dire in campagna elettorale, a seconda della piazza in cui si trova. La sua posizione sull’euro è quasi uguale a quella di Renzi sul canone. La gente è talmente infastidita da questa tassa brutta e l’Europa da molti viene vissuta come un problema, quindi cavalcare questi argomenti sembra che premi sempre. Ma non si dice la verità e non si fa evolvere la consapevolezza del cittadino, che sceglierà male”.
Sui corteggiamenti ricevuti dalla politica: “Mi ha corteggiato un po’, ogni tanto qualcuno mi chiede. La tentazione forte non ce l’ho mai avuta, ma mai dire mai. Se posso continuare a fare il mio mestiere credo di saperlo fare meglio e di essere più utile”.
Sulle fake news: “L’emergenza c’è, è data dalla possibilità infinita per chiunque di mettere in rete una notizia, un’informazione o una foto. Questo è da un lato bellissimo, dall’altro consente a tutti di avere facoltà di parola e di scrivere qualunque stupidaggine. Questo disorienta, perché poi uno crede a quello che vuol credere. Però non dimentichiamo una cosa: la più grande balla del secolo non l’hanno sparata i social. Per le armi chimiche in Iraq ci abbiamo fatto una guerra…”.
Sui prossimi progetti: “Ora sono al Corriere della Sera, fra una decina di giorni debutterà un progetto informativo online e sui social. Un prodotto dedicato alla generazione che sarà la classe dirigente di domani, quella che non si informa più sui mezzi d’informazione tradizionale. Mi rimetto in gioco, mi interessa portare per quello che posso e in buonafede la mia reputazione e un po’ di esperienza dentro a quel mondo per dare un’informazione che spero aiuti ad allargare un po’ gli orizzonti. Il formato è il racconto di argomenti complessi per numeri nell’estrema sintesi. Sarà in video e accompagnato dall’approfondimento dell’articolo”.