Javier Milei, presidente argentino, ha deciso di mettere in atto quanto promesso. Ha promesso di eliminare tante strutture burocratiche dello Stato e di procedere con la dollarizzazione.
Il nuovo presidente non guarderà in faccia nessuno e tirerà diritto. Lo ha detto a Davos, nel Forum Economico Mondiale, col disappunto di tanti presenti.
Certamente, il piano è molto ambizioso. In primo luogo, Milei vuole cambiare la politica estera, allontanando l’Argentina da Paesi come la Cina. In secondo luogo, vuole ridurre drasticamente lo statalismo. Se Milei riuscisse nell’intento, tante strutture burocratiche sarebbero eliminate.
In fondo, al di là del suo pittoresco modo di esprimersi, che può piacere o meno, Milei ha detto la verità, ovvero che in uno Stato realmente liberale la parola “assistenzialismo” non esiste.
Non esistono, per esempio, leggi come quella che in Italia ha istituito il Reddito di Cittadinanza. Il liberalismo non ammette queste cose. Anzi, un provvedimento come il Reddito, secondo il pensiero liberale, è quasi come una bestemmia in chiesa, qualcosa di inconcepibile. Questa è una verità sacrosanta.
Certi “liberali” europei sono pigri e troppo avvezzi a compromessi coi socialisti. Invece, un liberale puro non può accettare simili cose. Milei sta portando avanti una politica liberale, una politica in cui il capitalismo, quello vero, è la risposta a certi malanni. Dunque, come si suol dire, non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Mi capita di leggere commenti di certi esponenti politici e osservatori del nostro Paese che si dicono liberali ma che si stracciano le vesti per ciò che il presidente argentino dice. Con tutto il rispetto, penso che queste persone debbano fare un ripasso di liberalismo. Basta pensare alla Scuola Austriaca.
Milei vuole cambiare anche la politica estera del suo Paese, per esempio, spostando l’ambasciata in Israele nella città di Gerusalemme, riconoscendo quest’ultima come capitale di quello Stato.
Ora, sorge una domanda: Milei riuscirà nell’impresa di fare diventare l’Argentina un Paese nuovo? Penso che il suo compito sarà molto difficile, visti gli anni di peronismo anti-occidentale e di politiche di assistenzialismo. Però, se riuscisse nell’impresa, sarebbe ricordato come un grande politico. Il giudizio alla Storia.