"Nessuna cattedrale nel deserto, nessun’area abbandonata al proprio destino, nessuna speculazione. Al contrario: il dopo Expo costituirà una grande occasione per Milano, per la Città Metropolitana, per tutto il Paese. Come insieme – pubblico, privato, istituzioni e forze politiche diverse tra loro – siamo riusciti in questi anni a far tornare Milano la forza trainante del Paese, allo stesso modo, con la stessa determinazione e la stessa unità di intenti – anche con la stessa concretezza – saremo in grado di trasformare il lascito di un evento transitorio nel nucleo di partenza di uno sviluppo definitivo". Lo scrive il sindaco di Milano Giuliano Pisapia in una lettera al Corriere della Sera.
Pisapia ricorda che il Comune ha approvato già alla fine del 2011 un accordo di programma che vincola oltre il 50% dell’area a verde pubblico e indicando nella "funzione pubblica" la direzione da seguire per il futuro del sito: "Una indicazione che certamente può e deve condurre proprio alla cittadella dell’università e della ricerca, ad un Campus universitario con residenze per studenti e professori, al Polo Tecnologico ‘Crea’ dedicato all’agricoltura e al Polo Tecnologico Italiano che il rettore dell’Università Statale e il presidente di Assolombarda, e noi con loro, caldeggiano con passione".
Inoltre suggerisce la creazione di un "’dominus’ che unisca alcuni poteri speciali ad un ruolo diretto e strategico all’interno di Arexpo (la società proprietaria delle aree, ndr). Trasformare quel luogo in un parco multitematico della conoscenza e della innovazione che unisca ricerca e lavoro, così come ipotizzato dallo studio di pre-fattibilità di Cassa Depositi e Prestiti, è anche il progetto di questa amministrazione. Senza dimenticare il Padiglione della società civile che rimarrà come sede permanente delle Ong, del volontariato, del Terzo Settore".
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