Il primo dei due decreti del pacchetto Minniti-Orlando è legge. La Camera ha dato il via libera, con la fiducia, al testo che si occupa di immigrazione, muovendosi su due direttive ben precise: la prima che introduce disposizioni urgenti per l’accelerazione delle procedure amministrative e giurisdizionali in materia di protezione internazionale; la seconda che prevede misure per agevolare le operazioni di identificazione dei cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea e per contrastare l’immigrazione illegale.
Sotto il primo punto di vista, la legge istituisce sezioni di tribunale specializzate in materia di immigrazione e asilo, abolisce del secondo grado di giudizio nei procedimenti relativi al riconoscimento della protezione internazionale e introduce delle nuove tecnologie nel procedimento, come per esempio l’utilizzo della posta elettronica certificata nelle notificazioni e delle videoregistrazioni nei colloqui personali dei richiedenti asilo, che potranno sostituire la fase dibattimentale: tutte misure volte a velocizzare l’iter, mentre nel frattempo i richiedenti protezione internazionale potranno essere impiegati in attività di utilità sociale. Dall’altro lato, si accelerano le procedure di identificazione e per la definizione della posizione giuridica dei cittadini di Paesi terzi non appartenenti all’Unione europea, e si trasformano i centri di identificazione ed espulsione in centri di permanenza per i rimpatri, che saranno uno per regione, ubicati lontano dai centri abitati e arriveranno a contenere in tutto 1600 persone.
“Noi mettiamo al centro di questo provvedimento i diritti – ha spiegato il deputato del Pd Emanuele Fiano – Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini di Idlib, non servono molte altre parole per spiegare i motivi per cui tante persone fuggono dai proprio paesi per seguire le rotte della disperazione. Questo decreto cerca la via mediana tra i diritti chi arriva e i diritti di chi accoglie, che è costretto troppo spesso a misurarsi da solo con questa tragedia epocale che mette in crisi la nostra setta società”. Ma proprio le novità messe in cantiere per velocizzare i tempi finiscono nel mirino delle opposizioni: l’istituzione di sezioni speciali, che non obbligatoriamente prevedono il contraddittorio e che sicuramente non prevedono la possibilità del richiedente di fare appello, come invece previsto per tutti i cittadini, in caso di domanda respinta sono visti come elementi di incostituzionalità.
“I decreti Minniti-Orlando – spiega Giulio Marcon, di Sinistra Italiana – hanno sposato le peggiori politiche delle destre europee e italiane, hanno introdotto la giustizia su base etnica per i migranti, anche richiedenti asilo, colpito poveri, tossicodipendenti, clochard e persino i writers. Un decreto securitario e poliziesco che ci fare un vero e proprio passo indietro sia sul piano dei diritti che su quello giuridico”.
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