Michele Santoro è pronto a tornare in Rai alla conduzione di un nuovo programma il cui nome è però ancora top secret. Intervistato da Repubblica, Santoro parla anche di politica. Sul referendum, per esempio, dice che potrebbe astenersi, anche se "parto da una posizione molto critica – spiega -. La riforma è scritta male e non mi piace l’accoppiata con l’Italicum. Ma sono pronto a cambiare idea. Chiedo: il nuovo Renzi lo cambia o no l’Italicum?".
Poi interviene sul caso Roma: “A Roma – osserva – la campagna non l’ha fatta la Raggi, l’ha fatta la magistratura con Mafia capitale. Quanto ai problemi della sindaca, mi pare tutto chiaro. Il suo stesso movimento la considerava debole e le ha costruito una cortina di protezione. Solo che non ha retto". "Poi diciamolo – aggiunge -: tutto quello che sta intorno alla Raggi è di destra", "non a caso spunta che il nuovo assessore al Bilancio l’ha sponsorizzato Sammarco. Vedo che il mio amico Travaglio considera l’ex alemanniano Marra un tecnico indipendente. Non mi pare la definizione più calzante". Un consiglio a Grillo? "Lo stesso che darei a Renzi. Superate il vostro limite, che è la paura dei corpi intermedi, di aprirsi al dialogo"
Santoro prepara il suo ritorno in Rai dopo una estate di polemiche sulla normalizzazione dei tg. Preoccupato? "Se parla del Tg3, penso che dopo sette anni ci stia un passaggio di mano, ma una maggiore attenzione ai tempi e ai modi non avrebbe guastato. Parlare però di editti alla Berlusconi non ha senso. Berlusconi controllava un monopolio, oggi il rischio non c’è. Piuttosto, vedo nel renzismo televisivo un desiderio di ordine, anche in senso buono, di enfasi sui buoni e le belle notizie, ma il servizio pubblico non è pedagogia".
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