Il giornalista e conduttore televisivo Michele Cucuzza, intervenuto su Radio Cusano Campus, parlando della sua attività ha detto: “Ho terminato il programma ‘Buon pomeriggio’ su TeleNorba, che ricorda vagamente “La vita in diretta”. Continuo a condurre “Caffè Europa” su Radio Uno il sabato mattina. Sono uno che, come dicono i critici televisivi, si cimenta a fare l’alto e il basso. Dobbiamo essere come siamo nella realtà, dove ci occupiamo di tutto, delle cose leggere e delle cose più serie. Devo ringraziare chi mi segue, perché nonostante ne abbia fatte di tutti i colori, non ho perso la credibilità. Oggi c’è internet che ha cambiato tutto completamente e poi c’è una crisi economica che fatichiamo a scrollarci di dosso quindi il lavoro non è facile da trovare, però bisogna stare con le orecchie tese e con l’occhio vispo per cercare di cogliere tutte le possibilità. Se uno ha passione poi ce la fa ad andare avanti”.
Sull’Italia di oggi. “E’ un Paese a più velocità. Ci sono tanti giovani che vanno via e non più soltanto dal sud. Si parla di 100mila persone all’anno, è un’emorragia impressionante. Poi c’è questo sud che è penalizzato. E poi c’è l’eccellenza: settori della scienza, della medicina, dell’economia che vanno alla grande. E’ un Paese che forse fa più fatica degli altri in Europa a riprendersi dalla crisi. Detto questo, le nuove generazioni mi sembrano particolarmente dotate perché hanno in mano uno strumento come internet, i social. E’ la conquista più grande della storia dell’umanità, purchè ne facciamo un uso intelligente. Io sui social ci sono, sono socio fondatore. Sono su Facebook e Instagram, posto sempre le mie attività e rispondo ai commenti”.
Sulle polemiche riguardo il rapporto tra Rai e Politica. “La Rai è un servizio pubblico, quindi per legge l’editore della Rai è il Parlamento. C’è poco da fare. E’ chiaro che ogni volta che c’è un cambiamento politico di governo c’è un atteggiamento di maggiore attenzione da parte di questi governi nei confronti della Rai. Noi che siamo giornalisti, operatori dell’informazione, comunicatori dobbiamo cercare per quanto possibile di mantenere la barra dritta. Io non mi sento di dare lezioni a nessuno. Io ho iniziato nel Tg2 durante la Prima Repubblica. Si diceva che il tg1 era democristiano, il tg2 socialista e il tg3 comunista. La morale è che, anche se ci sono condizioni che la politica determina, si può fare il proprio mestiere senza essere la pedina di quello o di quell’altro”:
Sul ricordo più bello. “Ne ho fatte tantissime, sono stato molto all’estero. Ma il ricordo più bello è stato quando ero a Radio Popolare e ho fatto un’intervista al Presidente Pertini in piazza che mi ha obbligato a dargli del tu. Siccome lui ha rotto i protocolli, sono arrivate le telecamere della Rai. Quindi mi vedevo io, con i capelli lunghi, la barba, il microfonino in mano che davo del tu al Presidente della Repubblica. Poi Radio Popolare ha fatto il manifesto per chiedere donazioni e c’eravamo io con Pertini e la scritta: ‘La Radio che dà del tu al Presidente della Repubblica”.