Dopo la moda e l’alimentare lo shopping sul Made in Italy tocca i marchi industriali. Oggi ad abbandonare il tricolore e’ il quartier generale della Indesit: la famiglia Merloni ha infatti venduto oltre il 60% della societa’ agli americani della Whirlpool, un colosso con 68 mila dipendenti e un fatturato 2013 di oltre 19 miliardi di dollari con 66 tra fabbriche e centri di ricerca in tutto il mondo. Il prezzo e’ di 11 euro per azione per un esborso complessivo di 758 milioni. E’ prevista un’opa sul flottante del gruppo di Fabriano, dove resta invece Ariston Thermo, controllata dal ramo della famiglia Merloni composto da Francesco e Paolo.
Tecnicamente l’accordo di Indesit ha riguardato l’acquisto da parte della societa’ del Michigan, assistita dallo studio legale Cleary Gottlieb, del 42,7% in mano a Fineldo, la holding dei Merloni e del 13,2% in possesso di alcuni componenti della famiglia e del 4,4% nelle mani di Claudia Merloni. Quando tutte le autorita’ avranno dato il loro assenso, dall’Antitrust al tribunale di Ancona, il controllo passera’ quindi alla multinazionale Usa.
"L’accordo ha l’obiettivo di dotare Indesit di tutti gli strumenti per costruire un futuro solido e sostenibile – commenta Gian Oddone Merli, amministratore delegato Fineldo – Nel corso di un dialogo durato molti mesi, Whirlpool ha dimostrato di essere il partner giusto”.
"La nostra priorita’ e’ stata identificare un partner che avesse le caratteristiche per continuare ad assicurare a Indesit e alle sue persone una storia di successo", gli fa eco Aristide Merloni, vicepresidente di Fineldo. "Ci aspettiamo che questa opportunita’ posizioni il nostro business europeo su un percorso di crescita e di continua creazione di valore insieme a una societa’ di riconosciuto standing e affermata quale Indesit" mette invece in evidenza Jeff Fettig, numero uno Whirlpool.
Nonostante le assicurazioni, pero’, il territorio e i sindacati mostrano cautela quando non allarme sull’accordo, in particolare sui riflessi sull’occupazione. I sindacati chiedono un incontro al Ministero dello Sviluppo. ”Il piano industriale di Indesit deve essere portato avanti, l’accordo firmato nel dicembre 2013 e’ pienamente valido, indipendentemente dalla proprieta”’ afferma Gianluca Ficco della Uilm sebbene Rocco Palombella, segretario generale della stessa sigla, ammetta che "esistono i presupposti perche’ l’acquisizione di Indesit da parte di Whirlpool, perfezionata in queste ore, avvantaggi la societa’ acquirente e quella acquisita”.
Piu’ esplicita la Fiom che esprime ”preoccupazione. Non possiamo non notare -avverte – che non una parola riguardo i dipendenti, le produzioni, gli stabilimenti, gli uffici sia stata spesa nel comunicato”. Per la Fiom inoltre c’e’ il rischio di sovrapposizione in Italia: "Whirlpool si ritrova ora con 8 mila dipendenti e 3 mila ‘colletti bianchi’ che fanno elettrodomestici omologhi". "Per noi e’ importante valutare la cessione della quota di controllo di Indesit soprattutto in termini industriali" dice Anna Trovo’ della Fim Cisl nazionale.
Lo stesso presidente delle Marche, Gian Mario Spacca, si dice sorpreso: ”non mi aspettavo un accordo cosi’ presto, quando ci siamo incontrati con Marc Bitzer (presidente dell’area Nord America-Europa di Whirlpool) abbiamo detto che ci saremmo rivisti qualora le cose fossero andate avanti e avremmo fatto una valutazione nel merito". Anche il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola infine, entra nella discussione chiedendo il rispetto degli accordi.
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