Cinque anni domani dall’omicidio di Meredith Kercher e per Perugia quella morte e’ una ‘ferita’ ancora aperta. Usano le stesse parole il sindaco Wladimiro Boccali, ma anche l’arcivescovo monsignor Gualtiero Bassetti e il cappellano dell’Universita’ don Elio Bromuri che proprio nel giorno del delitto la ricordera’ con una messa nella cappella dell’ateneo. Mentre i familiari della giovane studentessa inglese si recheranno sulla sua tomba a Londra. ‘Perche’ Meredith e’ nei nostri pensieri, nella vita di tutti i giorni’ dice la sorella Stephanie. ‘Andremo al cimitero – spiega ancora quest’ultima – con gli amici, con chi ha condiviso i ricordi felici’. Stephanie annuncia che presto sara’ lanciato il ‘fondo Meredith Kercher’, augurandosi possa essere di aiuto ‘a famiglie in situazioni analoghe’ alla loro.
A Perugia la vicenda giudiziaria legata all’omicidio compiuto in una villetta di via della Pergola la notte tre il primo e il 2 novembre del 2007 e’ ormai praticamente chiusa. Condannato definitivamente a 16 anni di reclusione Rudy Guede, Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati assolti in appello un anno fa. Contro la sentenza hanno presentato ricorso la procura generale e la famiglia Kercher, parte civile con gli avvocati Francesco Maresca e Serena Perna. La Cassazione decidera’ il 25 marzo ma in quella sede potra’ confermare l’assoluzione dei due giovani (che si sono sempre proclamati estranei al delitto) o annullare la sentenza inviando pero’ il procedimento ad altri giudici, alla Corte d’assise d’appello di Firenze in questo caso, per un nuovo esame.
Per Perugia l’anniversario dell’omicidio riapre comunque ‘una ferita che in realta’ non si e’ mai chiusa’, come spiega il sindaco Boccali. ‘L’assassinio di quella ragazza – sottolinea – ha lasciato un segno profondo nella coscienza e nella memoria condivisa della città’.
Anche per don Bromuri il delitto ‘rimane una grande ferita per la coscienza cittadina’. ‘Un punto oscuro – aggiunge – e un lutto che non riusciamo a razionalizzare, a farcene una ragione’. Parole analoghe a quelle dell’arcivescovo. ‘Anche se il tempo scorre inesorabilmente veloce e tende a seppellire nell’ oblio i fatti dolorosi della vita – dice monsignor Bassetti -, i cinque anni trascorsi da quella tragica notte in cui avvenne il delitto non possono essere sufficienti per dimenticare la tragica fine della studentessa inglese’. Per il presule nella coscienza della comunita’ ecclesiale e cittadina ‘rimane una ferita che non si rimargina’. ‘Era una giovane donna – sottolinea l’arcivescovo -, giunta con fiducia e spensierata gioia dall’Inghilterra per motivi di studio nella nostra citta’ e qui ha trovato la morte. Questo ricordo doloroso sara’ presente nella mia preghiera nel giorno della Commemorazione dei defunti. Invito i fedeli ad unirsi alla preghiera a Dio per la pace e la beatitudine eterna di Meredith e per ottenere benedizioni e grazie su tutta la gioventu’ italiana e straniera presente nella nostra città’. Pensieri che sembrano arrivare anche alla famiglia Kercher. ‘Grazie a tutti perche’ ricordate la nostra bella Mez’ dice la sorella Stephanie.
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