Non so se è stato "Il più grande spettacolo dopo il weekend", ma il risultato sul mio umore è stato senz’altro positivo, e, poichè ho deciso di curare il mio cuore stanco anche con pillole di serenità, penso che l’effetto immediato mi porterà benefici. Innanzi tutto perchè ho interrotto la mia partecipazione emotiva a quel programma dalle atmosfere spettrali e dal lugubre padrone di casa, tale Gad Lerner, che il lunedì sera contribuiva a procurarmi l’extrasistole ancora più del Santoro dei tempi bui. E poi perchè gli ingredienti degli spettacoli di Fiorello profumano di pane buono appena sfornato e di un’Italia che mi piace.
Dopo un weekend di paura, costellato di episodi di fanatismo brutale, più vicino ai costumi dei beduini libici che a quelli di una società civile e progredita, sentivamo il bisogno di rimuovere le immagini e di respirare aria fresca. E la musica diversamente popolare che ci ha regalato Fiorello, accompagnando sulla scena le belle voci di talenti musicali consacrati dal successo discografico, ha ridato speranza alla mia anima ferita: forse, passata la buriana antiberlusconiana, quel "triste divertimento" cui ha fatto riferimento il nuovo premier in pectore nella sua prima vera conferenza stampa, quello che ha caratterizzato in questi ultimi due anni il bipolarismo "muscolare" che non avevamo previsto, potrà cedere il posto a una nuova fase politica, articolata e appassionata nella sua declinazione, ma mai più violenta e barbara come i cattivi maestri seminatori di discordia hanno voluto raccogliere.
La situazione si è incancrenita, e la parte attiva della società ha lasciato imbarbarire il giustificato disagio, per renderlo spettacolare e sfruttarlo a fini di opportunismo politico; è tempo di voltare pagina, e restituire al Paese la dignità e la consapevolezza dei tempi migliori, che pure ci sono stati, e non sono tanto lontani: quando gli onorevoli servivano gli interessi del Paese e non era il Paese a "servire" agli onorevoli interessi. E’ necessario per tutti un periodo di decantazione, e non soffriremo di crisi di astinenza se Napolitano e Monti se ne faranno promotori e garanti.
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