L’uomo contro i casinò: un’etichetta che si adatta perfettamente a decine di casi noti in tutto il mondo, che raccontano di persone votate ad una lotta quasi biblica, contro un sistema solido come quello delle case da gioco.
Il sogno? Vincere e diventare miliardari, trovando un sistema – lecito o meno – per sconfiggere il casinò al proprio gioco. Non vi stiamo parlando di nulla che non sia già noto ai più: basti pensare alle tante pellicole di Hollywood che hanno raccontato, romanzandole, molte di queste storie. In fondo, per chi è appassionato di questi giochi, le suddette fanno parte di un calderone di tradizioni affascinanti, ma anche capaci di spiegare che con i casinò non si deve mai giocare col fuoco.
Edward Thorp: il matematico della IBM che mise a nudo il Blackjack
Parlando di storie di uomini e di casinò, è impossibile non cominciare citando il grande Edward Thorp: il matematico della IBM che mise a nudo il blackjack, inventando il sistema del conteggio delle carte poi utilizzato da alcuni dei gambler più noti della storia di Las Vegas. Senza voler scendere troppo nei dettagli, Thorp scoprì che la matematica batteva il caso per 2-1: in pratica, era possibile utilizzarla per aumentare le chance di puntata al blackjack e per ottenere un profitto massimo dal gioco. Il professore del MIT riuscì poi a programmare un computer IBM 704 per realizzare questo conteggio delle carte in modo automatico. Il successo di Thorp ai casinò, però, ebbe vita breve: le sale da gioco ci misero poco per comprendere che il sistema effettivamente funzionava. Quando accadde ciò, proibirono il conteggio delle carte e impedirono a Thorp e a chiunque altro lo utilizzasse di giocare ai tavoli. Questa è una storia che ha ispirato il film “21”: una pellicola che racconta di un gruppo di studenti, vincitori a Las Vegas e guidati da un professore di matematica.
Battere il casinò: c’è chi ce l’ha fatta truffandoli
La storia degli uomini contro le sale da gioco è ricca di esempi “artistici” come Edward Thorp, ma anche di esempi meno creativi ma altrettanto elaborati: in tanti hanno provato a raggirare i casinò con truffe di diverse tipologie, ma in pochissimi ci sono riusciti. Soprattutto a Las Vegas c’è stato il maggior numero di giocatori che ha provato a battere il casinò, utilizzando trucchetti da prestigiatori e vere e proprie truffe da falsari. Si parla di giocatori noti in tutto il mondo, come Louis Colavecchio e Richard Marcus: il primo un vero e proprio falsario, il secondo un abile baro.
Ancora Blackjack: Ken Uston, la leggenda di Las Vegas
La storia di Ken Uston e del suo team, è probabilmente una delle più affascinanti nell’universo del blackjack e delle sale da gioco di Las Vegas: questi autentici fenomeni della matematica, infatti, riuscirono a sbancare i casinò per anni, prima di venir “pizzicati”. Il metodo? Naturalmente il conteggio delle carte, ma evoluto ad un livello più che artistico. Uston venne introdotto in questo mondo nel 1968: fu in questa data che conobbe il giocatore Al Francesco, lasciandolo di stucco per le sue doti, e convincendolo ad includerlo in squadra. Poi Uston mise in piedi un team di conteggio tutto suo, nel 1976: una squadra che includeva anche il genio informatico Keith Taft, autore di un mini-computer installato sulle scarpe dei giocatori, e in grado di comunicare i segnali per il conteggio. Una tecnica che nessun altro ebbe mai la capacità di replicare. Uston, dopo anni di travestimenti, venne bandito da Las Vegas ma proseguì la sua opera spostandosi nelle altre città da gioco americane, fino a quando non venne inserito nella black list di tutti i casinò USA. L’epilogo? Uston li denunciò al tribunale, e vinse anche lì, diventando un mito.
Uomini contro casinò in Italia: la “banda delle slot”
Dal passato ad oggi, da Las Vegas all’Italia, la regola non cambia: è ancora una volta uomo contro casinò, anche se in un modo nettamente diverso. Parliamo della cosiddetta “banda delle slot machine”: un gruppo di ladri che ultimamente sta facendo parlare molto di sé, per via dei colpi andati a segno in diverse case da gioco nel Nord Italia. Dopo aver “sbancato” un casinò di Venezia, il gruppo ha colpito ancora e lo ha fatto durante l’ultima edizione del Festival più noto in Italia, a Sanremo. Il bottino? Circa 22.000 euro, ottenuti saccheggiando le slot machine. L’aspetto veramente interessante di tutto ciò è la loro tecnica: sebbene qui non c’entrino conteggi o altri sistemi artistici, colpisce il fatto che nessuna di queste slot è stata forzata. L’ipotesi mossa dalle forze dell’ordine è la seguente: il gruppo (che pare sia composto anche da una donna) sarebbe in possesso di una chiave universale, in grado di aprire qualsiasi “forziere”. Almeno in Italia, la “banda delle slot” non vanta eguali nella storia dei furti ai casinò.