In occasione del Giorno della Memoria, la senatrice Francesca Alderisi, Forza Italia, eletta in Nord e Centro America, ha partecipato a New York all’evento di commemorazione delle vittime della Shoah organizzato oggi, 27 gennaio, dal Consolato Generale d’Italia a New York in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e il Centro Primo Levi locali.
Anche quest’anno, 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, diplomatici, rappresentanti delle istituzioni e della società civile si sono radunati davanti alla sede del Consolato di Park Avenue per la cerimonia della lettura dei nomi degli ebrei deportati dall’Italia e dai territori italiani.
Si sono alternati nella lettura, tra gli altri, il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, la Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, Mariangela Zappia, il Console Generale d’Italia a New York, Francesco Genuardi, il Direttore editoriale del Centro Primo Levi, Alessandro Cassin, il Presidente dell’Italian Heritage and Culture Committee of New York, Joseph Sciame, e vari esponenti della comunità ebraica.
Durante l’evento, copie della celebre opera di Primo Levi, “Se questo è un uomo”, sono state simbolicamente donate al Consolato Generale d’Italia a New York.
“Come cittadini e come rappresentanti delle Istituzioni — ha commentato la sen. Alderisi — è nostro dovere salvaguardare e tenere vivo il ricordo di una delle pagine più buie e terribili della storia dell’umanità, la quale ha provocato inimmaginabili sofferenze e profondi dolori. Ancor più oggi, in cui la generazione dei testimoni dell’Olocausto va scomparendo, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno affinché questo Giorno non si limiti a un esercizio passivo della memoria e il ricordo di questa insanabile ferita non precipiti nell’indifferenza e nell’oblio”.
“Grande è, quindi, il valore di questa commemorazione che ha il merito di voler restituire un’identità a quei bambini, a quelle donne e a quegli uomini innocenti deportati nei campi nazisti, rammentando a noi tutti come ognuna delle vittime avesse un nome e una storia che abbiamo il compito di preservare”.
“Essere oggi qui”, ha concluso l’eletta all’estero, “in questa Città e in questo Paese, in cui tanti italiani di origine ebraica fuggiti dalla furia nazi-fascista poterono iniziare una nuova vita, vuole per me essere, inoltre, una forma di gratitudine verso questa terra”.